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Consorzio Vini Montefalco

“All’Umbria manca solo il mare. Per il resto gli umbri hanno tutto: natura, paesaggi, arte, buoni vini e tanto cuore!” cit. Morris Lazzoni

Uno dei miei primi incontri al Vinitaly 2018 è stato quello con Maruska del Consorzio Vini Montefalco, un’istituzione creata per la valorizzazione dei migliori vini della zona di Montefalco. Il territorio di produzione è antico, ma la denominazione è giovane. I vini però sono da conoscere!

CONSORZIO VINI MONTEFALCO AL VINITALY 2018

Intanto ti chiedo se sai dove si trova il territorio di Montefalco. Almeno che tu non viva su Marte, che è in Umbria dovresti averlo capito dalle righe sopra. Il territorio di produzione del vino prende il nome dall’omonima località, posta nel cuore dell’Umbria e custode di grandi vini, uno su tutti il conosciutissimo Sagrantino di Montefalco.

La degustazione che ho fatto al Vinitaly 2018 è partita la Domenica dal Montefalco bianco e proseguita con il Montefalco Rosso. Sono tornato poi il Mercoledì allo stand del Consorzio Vini Montefalco per concludere il percorso con il Sagrantino, in modo da dedicargli l’attenzione adeguata.

Ho notato preparazione e competenza nelle parole di Maruska che ha fatto gli onori di casa, raccontandomi anedotti delle cantine degustate e del territorio di provenienza. Ma passo subito al racconto dei vini, lascio a loro la parola!

Inizio con vini a base di Grechetto e Trebbiano Spoletino, tipiche uve autoctone della regione, che saranno la base dei vini bianchi. Per i rossi invece parlerò di Sangiovese, Sagrantino e altre uve autoctone o internazionali a sostegno dei due attori.

ADANTI MONTEFALCO GRECHETTO DOC 2016

Adanti Consorzio Vini Montefalco

Il primo assaggio è un vino prodotto da Adanti, storica realtà della zona di Arquata che produce fin dagli anni 60 con circa 30 ettari dedicati a vigneto. È talmente legata al territorio che la sede sorge sui resti di un antico convento, già ricostruito nel Rinascimento su resti del periodo romano.

Al naso si presenta pulito e con profumi di bella e piacevole intensità. Porta un ventaglio di agrumi dolci, pesca croccante, delicati fiori bianchi e un leggero speziato che pizzica all’olfatto. Mi piace per come si comporta elegante al naso, preannunciando una bevuta interessante.

Al palato entra caldo, comunque ha 14 gradi e si sentono, ma non fa nulla per nascondere la sua piacevole freschezza che procura un’intensa salivazione. Porta al palato una bella carica fruttata polposa, sapidità elevata che si uniscono per creare una persistenza degna delle migliori. Marca presenza anche alla voce freschezza, che serve per confermare che il vino è ancora presente e sulle corde!

È un vino molto interessante perchè sa unire piacevolezza, corpo e eleganza che non abbandona mai naso e palato.

TENUTA COL FALCO MONTEFALCO GRECHETTO DOC 2017

Tenuta Col Falco Consorzio Vini Montefalco

Proseguo il percorso nell’assaggio al banco Consorzio Vini Montefalco in un’altra cantina storica della zona, esistente dal 1970: Tenuta Col Falco. La zona è proprio quella di Montefalco e la dimensione si limita a poco più di 5 ettari, mantenendo quindi una dimensione maggiormente famigliare.

Il vino è un’annata 2017, per cui imbottigliato da poco. Ha le carte per sorprendere ma ancora resta chiuso e timido nel mostrarsi nella sua vera natura. Parla di un floreale fine, frutti freschi e croccanti come pesca e un pizzico di arancia bionsa, mentre non allarga in modo eccessivo in complessità. Ha un buon grado di finezza, semplicemente bisogna dargli il tempo di stabilizzarsi in bottiglia.

Al palato mostra calore, la forza agrumata che si fa più notare che al naso e un finale di bocca un pò erbaceo che lascia un palato più verde. Ha minore sapidità dell’Adanti , così come non marca la bocca con abbondante freschezza. Chiude con un leggero amaricante, mentre non cede in persistenza.

Piacevole, ma deve ancora capire quale sarà il suo futuro!

ANTONELLI MONTEFALCO GRECHETTO DOC 2017

Antonelli Consorzio Vini Montefalco

Antonelli è un’azienda di grandi dimensioni, tra le più grandi della zona del Consorzio Vini Montefalco. Possiede circa 170 ettari al centro della zona e produce vini nel segno della tradizione, sfruttando anche un’agricoltura di tipo biologico.

Questo Grechetto parla fin da subito una lingua che mi piace. Arriva diretto al naso, aperto e con un’intensità di profumi che non lascia indifferente. La nota fruttata riempie l’olfatto con pesca e mela che si uniscono a un delicato ricordo di camomilla. Ci tengo tanto il naso sopra al bicchiere, perchè m’invita e mi piace per come si presenta.

Neppure qua manca calore in ingresso di palato, confermando la tendenza del Grechetto umbro. Ma c’è dell’altro, visto che è anche ampio, con una maggiore maturità dei frutti rispetto a quelli percepiti al naso. Si muove piacevole al palato, pur essendo più “grasso” di altri sentiti finora.

Ha sapidità ma sempre un filo sotto quella dimostrata da Adanti, così come finisce sempre amaricante. Prima però passa attraverso un’abbondante salivazione, segno di una freschezza in linea con l’annata di produzione. Ha persistenza e questo non guasta: è un vino per ogni occasione, quindi lo consiglio!

Non avrei mai pensato di trovare bianchi così sapidi in Umbria. La lontananza dal mare mi stava condizionando. Che belli!

MORETTI OMERO MONTEFALCO BIANCO 2017

Moretti Omero Consorzio Vini Montefalco

Con il Montefalco Bianco di Moretti Omero continuo la mia degustazione al Consorzio Vini Montefalco. Ma qua si cambia uva, infatti degusto un vino a base di Trebbiano Spoletino anzichè di Grechetto. Conosci il Trebbiano Spoletino? L’Italia è piena di uve che hanno il nome Trebbiano e per tanto tempo in Umbria si è parlato di Trebbiano Toscano. Adesso è arrivato il momento di valorizzare un clone autoctono, dandogli anche il nome che merita.

Giusto due parole sull’azienda Moretti Omero, perchè avrò modo di parlarne meglio in articoli successivi. Ti parlo di un’azienda a carattere prettamente famigliare che si trova a Giano, località decentrata verso sud-ovest rispetto a Montefalco. Lavora in conduzione biologica e attenta a ogni minimo particolare per seguire una vinificazione che cerca la valorizzazione del territorio e delle uve autoctone.

E questa filosofia la ritrovo nel bicchiere! Ha un olfatto potente e aperto, con un’intensità che invita a bere. Sento pesca, un accenno di ananas e e un delicato accenno di agrumi che stuzzica per il deciso tono citrino. Ha finezza al naso, è piacevole e colpisce per la sua elegante potenza.

Al palato entra con tono amaro unito a un bel tono fruttato croccante e un leggero accenno erbaceo che riporta a fieno e camomilla. Ha sapidità abbondante che serve a sostenere la freschezza di base: si percepisce ma non in modo impattante.

Tiene sotto controllo il contributo dell’alcol, meno potente che negli altri vini e lascia un finale di bocca piacevole grazie al ritorno dei frutti. Buona la persistenza in bocca. Vino molto interessante per la sua spiccata personalità!

SCACCIADIAVOLI MONTEFALCO BIANCO DOC 2016

SCACCIADIAVOLI CONSORZIO VINI MONTEFALCO

La cantina Scacciadiavoli ha bisogno di poche presentazioni, considerando l’antica tradizione che lega l’azienda al suo territorio. Esiste dal 1884 con vigneti in località Cantinone, a Ovest di Montefalco. È particolare vedere come il Consorzio vini Montefalco esista da poco, meno di 40 anni, quando molte delle cantine che ne fanno parte hanno una storia secolare!

Il Montafalco Bianco di Scacciadiavoli è frutto di un blend di tre uve, tra cui Grechetto, Trebbiano Spoletino e Chardonnay, rispettivamente al 50%, 25% e 25%. È il primo vino in assaggio tra i bianchi che introduce anche un vitigno internazionale, oltre ad un affinamento di 9 mesi in legno: sono curioso di verificare il risultato.

Ovvio che al naso appaia subito più evoluto e più completo. Ha un accenno di nota finemente burrosa e di frutta secca che si uniscono a un deciso agrumato maturo che chiude con accenno di pesca e ananas. Ha eleganza al naso, riesce ad essere equilibrato e lascia spazio a tutte le sfumature.

In bocca è sempre fresco e salivante, a testimoniare che l’affinamento in legno non l’ha reso troppo complesso. Lascia una bocca acida, lunga in freschezza ma con minore sapidità di altri provati in precedenza. Al palato è invitante, piacevole al punto da finire con un bel ricordo fruttato. Ha corpo, struttura ma al tempo stesso non mette in secondo piano la piacevolezza e la beva facile.

 

AL CONSORZIO VINI MONTEFALCO ORA VADO DI ROSSO

 

Tovaglietta Consorzio Vini Montefalco

Dopo la degustazione di 5 bianchi è il momento di passare ai rossi, sempre con 5 diversi vini. Almeno pareggio i conti e non faccio torto a nessuno! E già che ci sono, cambio anche aziende, così provo 10 differenti cantine del territorio, per capire quanto siano espressive nel panorama del Consorzio Vini Montefalco.

TENUTA ALZATURA MONTEFALCO ROSSO DOC 2015

Tenuta Alzatura Consorzio vini Montefalco

Tenuta Alzatura produce solo due vini: uno è il Montefalco Rosso che sto per degustare, l’altro è un classico Sagrantino Montefalco. La proprietà è della Famiglia Cecchi, famosa in Toscana per la produzione di varie tipologie tra cui Chianti, Morellino e Brunello. Tenuta Alzatura si trova a sud di Montefalco e prende il nome dall’omonima località.

Il Montefalco Rosso è un assemblaggio 70% Sangiovese, 15% Merlot e 15% Sagrantino e affinato circa 14 mesi in barrique. Secondo te mi colpirà questo rosso? Ha un bel naso con frutti rossi maturi che virano verso sottospirito e con una giusta intensità.

Ha anche una leggera traccia di cipria che addolcisce i profumi. Resta piacevole, con un’eleganza non spiccata ma neppure sgraziata da rovinare la degustazione. Anche al palato mantiene una coerenza con il naso: entra abbastanza fresco e salivante, l’alcol è ben controllato e il tannino si fa sentire con forza, ma senza graffiare.

In bocca è rotondeggiante, con un bel carico di mora e ciliegia che rendono abbastanza morbido il gusto, reso leggermente piccante solo da pepe nero e dal ricordo di tabacco che lascia un finale amaro. Ha una giusta persistenza da lasciare una bocca piacevolmente morbida.

DI FILIPPO SALLUSTIO MONTEFALCO ROSSO DOC 2015

Di Filippo Consorzio vini Montefalco

Con l’azienda Di Filippo mi sposto nel versante Nord del territorio del Consorzio vini Montefalco, più precisamente nella zona di Cannara. La famiglia è alla seconda generazione e punta molto sulla coltivazione biologica e biodinamica per la conduzione delle vigne e la produzione di vino. Le promesse ci sono, vediamo se sono mantenute.

Ho degustato il Montefalco Rosso Sallustio 2015, composto dal 60% di Sangiovese, 25% di Barbera e 15% di Sagrantino con affinamento di 12 mesi in botte grade. Sicuramente è un assemblaggio particolare in cui compare una tradizionale uva del Piemonte unita a due tipicamente umbre.

Fin dal colore, più scuro e cupo in tonalità, rispetto al Tenuta Alzatura dimostra di essere differente. Al naso invece si dimostra aperto, ampio e complesso nella varietà dei profumi. L’alcol entra subito evidente, poi in sequenza mora, cassis e ciliegia macerati che lasciano spazio anche a qualche spezia piccante che stuzzica l’olfatto.

Non mancano di allargare la percezione dei profumi anche una finissima nota vanigliata, accenno di tabacco scuro e un pò di cacao amaro.

Al palato entra potente, tannico e con un deciso tono erbaceo dovuto ad una presenza del tannino ancora viva e ben potente. Non manca però di lasciare un minimo di salivazione a stemperare quest’ingresso e una bocca piacevole per il contorno di sensazioni. Tornano in bocca i profumi sentiti al naso, segno di coerenza e di un vino ben fatto. Quindi mi piace il tono fruttato che dà un pò di morbidezza a contrastare la durezza del tannino. Infine la persistenza è molto interessante!

ROMANELLI MONTEFALCO ROSSO DOC 2015

Romanelli Consorzio vini Montefalco

Continua il viaggio nelle aziende famigliari del Consorzio Vini Montefalco. La data di nascita della cantina Romanelli è il 1978 e da allora continua l’opera con l’arrivo della terza generazione. Parlando del loro Montefalco Rosso 2015 noto anche qua un inserimento “straniero” nell’uvaggio, è il Merlot che accompagna il Sagrantino e il Sangiovese.

E questa parte di Merlot si fa notare, alzando il tono di colore del vino che appare subito più scuro e profondo. Mora e prugna si alternano al naso per prendersi spazio in una nota di confettura piacevole e carica di profumo. Non manca una decisa connotazione ematica che traccia l’olfatto, ma anche potpourri, liquirizia, tabacco scuro e un finale balsamico che sfuma in mentolato.

In bocca entra caldo, possente e con un tannino valido a sorprendere per la sua forte eleganza. Ha sapidità a buon livello, è un vino asciutto che non dà molto spazio alla freschezza. Ritornano i frutti che mi hanno colpito al naso, dando pienezza e corpo al vino. In ogni caso è piacevole, ha un beva invitante e non manca di persistenza.

Non c’è solo la Toscana che produce ottimi vini rossi. In Umbria si sanno difendere alla grande! E poi attendo i Sagrantino per vedere il top della classifica!

BROCCATELLI GALLI MONTEFALCO ROSSO RISERVA DOC 2014

Broccatelli Galli Consorzio vini Montefalco

Era la metà degli anni 50 quando Broccatelli e Galli fondarono l’azienda agricola oggi portata avanti dai nipoti di Broccatelli e operante su circa 80 ettari sparsi tra le migliori zone vinicole dell’Umbria. Ho degustato la Riserva di Montefalco Rosso 2014 composto da un assemblaggio di Sangiovese e Sagrantino.

Il vino è frutto di un’annata “magra” e questa influenza si ritrova nel vino. A partire dal colore fino all’olfatto il vino si dimostra agile e snello, pur con qualità e caratteristiche messe al punto giusto. Al naso infatti non arriva potente in intensità, mentre non cede nulla in complessità ed eleganza.

È fine nel mescolare frutti macerati, una traccia erbacea che dà freschezza, stemperata da una nota tostata e scura portata da tabacco, pepe nero e chiodi di garofano che finiscono una spolverata di cipria che dà dolcezza. In bocca i frutti lasciano un tono polposo, quasi dolciastro, tanto sono macerati, mentre il tannino è deciso ma sempre nei ranghi della compostezza.

Ha piccantezza nell’assaggio e una nota amaricante che aumenta la percezione “noir” nel vino. La salivazione resta bassa, anche perchè la sapidità è a buon livello. Nel finale ritornano tabacco e liquirizia in modo piacevole. Persistente

PERTICAIA MONTEFALCO ROSSO RISERVA DOC 2011

Perticaia Consorzio vini Montefalco

La cantina Perticaia ha una storia più recente rispetto alle altre, visto che ha iniziato la propria storia nei primi anni 90. Oggi possiede circa 15 ettari di vigneto all’interno del territorio del Consorzio Vini Montefalco, in cui trovare le principali uve umbre come Sagrantino, Grechetto e Trebbiano Spoletino. Ovviamente non mancano anche altre varietà, come il Sangiovese e il Colorino che, assieme al Sagrantino, compongono il blend di uve del Montefalco Rosso Riserva che ho degustato.

Parlo anche del colore, visto che il rosso rubino carico di tonalità vira verso accenni aranciati: è il “segno dell’età” ed è normale vista anche l’annata meno recente. Al naso è affascinante con frutti sottospirito che arrivano a stuzzicare le narici senza dimenticare di portarsi dietro anche un balsamico importante che dà ampiezza e freschezza all’olfatto.

Ha classe al naso con liqurizia, leggera traccia di cioccolato fondente e fogli di the che allargano le già piacevoli sensazioni sentite prima. Anche in bocca non si smentisce donando una calda atmosfera in virtù del tono alcolico importante e di un tannino che ha potenza ma levigata dagli anni.

Nel Perticaia la morbidezza è più evidente degli altri vini e per questo ha un gusto più equilibrato e centrato. Mi piace come prugna, mora e ribes si sentano nuovamente al palato, quasi infiniti nella loro lunghezza di gusto. Svetta per intensità, carico di sensazioni ma anche complessità che non toglie spazio all’eleganza. Lungo e persistente. Bello!

GRAZIE AL CONSORZIO VINI MONTEFALCO

Ringrazio Maruska per la disponibilità e il Consorzio Vini Montefalco per l’occasione che mi hanno concesso. Tornerò con un altro articolo dedicato ad una panoramica di Sagrantino di Montefalco per chiudere questa bella esperienza di approfondimento dei vini umbri.

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di MORRIS LAZZONI

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23 Aprile 2018. © Riproduzione riservata