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Ho accolto volentieri l’invito degli amici della Pr Vino per un press lunch dedicato alla presentazione dei vini di Fattoria Fibbiano di Terricciola.

La location non mi è nuova, il Ristorante Savini Tartufi di Firenze, dove avevo già partecipato ad un altro pranzo dedicato alla stampa ( LEGGI QUA PER SAPERNE DI PIÙ )

Il giorno del pranzo è il 12 Novembre e Firenze mi accoglie con un tempo miracolosamente mite rispetto agli ultimi giorni di piogge torrenziali. L’appuntamento è alle ore 13 per conoscere da vicino una delle realtà facenti parte della nuovissima Terre di Pisa Doc ed anche un riferimento per la produzione vinicola di Terricciola.

Incontro e conosco Matteo, titolare assieme al fratello Nicola ed ai genitori, della cantina pisana nata nel 1997. L’accento tradisce subisce influenze “lumbarde”, infatti il racconto parte da Lodi ( zona di origine della famiglia Cantoni ) che decisero di ritrovare le origini contadine degli avi e di allontanarsi dalla nebbia persistente della “bassa”.

Il menù del Ristorante Savini di Firenze per il pranzo con i vini di Fattoria Fibbiano

La Toscana riesce a fare magie, come far innamorare di sè chi viene da fuori!

Il legame con la terra era troppo forte: questa è la motivazione che porta la famiglia a girare la Toscana per cercare un’azienda agricola da acquistare. Non pensavano minimamente a fare vino, perché non era tradizione di famiglia come lo era l’agricoltura. Ma si sa, i paesaggi ed i panorami toscani sanno dove bussare alle porte del cuore di chi guarda: ecco che scatta l’innamoramento per Fibbiano. Matteo ci racconta che è stato come un colpo di fulmine: vista e comprata!

Matteo Cantoni racconta la storia di Fattoria Fibbiano

L’azienda era in vendita da ben 17 anni e nessuno l’aveva mai acquistata. La situazione delle vigne non poteva che essere semi disastrata, ma il casolare da quasi 1200 metri quadri e con qualche secolo sulle spalle, ha fatto centro nella passione della famiglia Cantoni, nonostante il suo essere mezzo diroccato.

Era il 22 Novembre del 1997, come tende a sottolineare Matteo, che si ricorda di quel giorno come se fosse ieri. È stato il primo a trsferirsi il 2 Gennaio dell’anno successivo, senza neppure il tempo di digerire panettoni e dolci mangiati durante le feste di Natale e Capodanno.

Girando per la Toscana a volte si scoprono tesori: così è successo anche a Fattoria Fibbiano

I primi giri in vigna non sono proprio incoraggianti, perché la situazione dei vigneti è imbarazzante. C’è abbandono quasi totale e si capisce che il lavoro da fare per tornare ad alti livelli sarà lungo e duro. Però a volte serve anche fortuna, o FATTORE C come a volte sento dire in giro per il web! Il fattore che si occupava delle vigne prima dell’arrivo della famiglia Cantoni fa notare la presenza di un vigneto centenario, parte del quale anche a piede franco: eccola la botta di “fortuna” che serve a rialzare il morale!

Oggi queste piante centenarie sono circa 2000 e la prevalenza delle varietà è Sangiovese, Colorino, Foglia Tonda o Sanforte. E fanno bene al caso di Fattoria Fibbiano che da sempre crede nella possibilità di creare ottimi vini a Terricciola da vitigni autoctoni o classici per la zona, al contrario di molte aziende che hanno sempre puntato su vitigni internazionali. Dal 2010 la tendenza di sta invertendo, ecco che oggi produrre vini da Sangiovese, Sanforte, Ciliegiolo e Vermentino ha più senso di quanto ne potesse avere qualche anno fa!

Si inizia il pranzo con i vini di Fattoria Fibbiano

 

Che inizi il pranzo al Ristorante Savini Tartufi di Firenze!

Siamo già a tavola mentre Matteo spiega la storia della sua azienda ed introduce anche qualche cenno sui vini. Durante l’aperitivo ci siamo fatti un paio di calici di Morfeo, metodo classico affinato 36 mesi sui lieviti da Sangiovese, che difende la categoria degli spumanti da quest’uva alzando la media del livello tipico. Ovvio che la complessità e il nerbo dei grandi metodo classico da Pinot Nero o Chardonnay non c’è, ma rispetto a tanti altri da Sangiovese che butterei direttamente nel lavabo di casa, questo si salva dignitosamente!

L'antipasto del menù dedicato ai vini di Fattoria Fibbiano

Vellutata di zucca gialla, formaggio di capra e terra di taralli

Arriva il primo piatto abbinato al vino bianco di Fibbiano, il Fonte delle Donne 2018. È un assemblaggio di Vermentino e Colombana, unione strana e difficile da trovare in qualsiasi altra zona della Toscana: ricordi però le origini della famiglia Cantoni? Vengono da Lodi ed in quelle zone il vitigno Colombana è molto diffuso, mentre da noi toscani lo troviamo per fare il Vin Santo.

Tratto aromatico e intensità di profumi al naso sono le sue carte vincenti. Non è fine come il Vermentino ligure, però ha un bel mix di pesca e mela gialla, erbe aromatiche e ginestra. Me lo aspettavo più denso all’assaggio, invece riesce ad essere snello e leggero, magari perdendo un filo in acidità. Chiude fruttato, amaricante e mai troppo strutturato: è un Vermentino facile, con giusta beva e consono alla zona di provenienza.

Fonte delle Donne Igt Toscana 2018 – 50% Colombana e 50% Vermentino – bt prodotte: circa 50.000

Fonte delle Donne 2018 di Fattoria Fibbiano

 

Con il primo piatto si inizia con il tartufo e si passa ai vini rossi 

Si entra nel versante rosso della produzione di Fattoria Fibbiano. Se ti approcci a questo Ciliegiolo e ti aspetti la croccantezza e la freschezza del Chianti Classico, allora hai sbagliato indirizzo. La zona di Terricciola è calda, piena di argilla e tutto ciò si riflette nel vino.

Il Ciliegiolo 2016 ha potenza alcolica, frutti quasi stramaturi e tanta pienezza al naso. Si sente ancora il percorso fatto in legno ( almeno un anno in botti di Slavonia da 50 ettolitri ), comprese le note di tabacco e la pungenza speziata che coprono un pò la fine traccia erbacea. Al palato ha ricordi vanigliati, tanta polpa di frutti neri ed un tannino fitto ma non particolarmente astringente. C’è più polpa e pienezza che acidità, allunga la bevuta la sapidità e chiude con tanti ricordi fruttati. Insomma non è un vino da sottovalutare per corpo!

Ciliegiolo Igt Toscana 2016 – 100% Ciliegiolo – bt prodotte: circa 8.000

 

Gnudi alla fiorentina abbinati ai vini di Fattoria Fibbiano

Gnudi alla fiorentina burro e salvia con tartufo nero fresco

 

Gli gnudi mi hanno sorpreso per il gusto delicato che si è sposato con la forza aromatica del tartufo. In più la fusione tra morbido e croccante era ben fatta!

 

Il Sanforte 2014 invece è la prima annata vinifcata in purezza, mentre prima veniva inserito nell’uvaggio del Chianti Superiore. È più spoglio nella materia fruttata rispetto al Ciliegiolo, mantiene sempre un tenore alcolico ben evidente, mascherato dal leggero contributo ematico e dopo sento potpourri, tabacco e oliva nera. Al gusto è scuro, denso, pieno di materia e con quel fumè del tabacco che lascia la sua impronta. Il tannino è astringente ma non eccessivo, l’acidità è discreta, mentre non è così pieno nel finale come il Ciliegiolo. Mi lascia un gusto leggermente citrino alla fine.

Sanforte Igt Costa Toscana 2014 – 100% Sanforte – bt prodotte: circa 7.000

 

Conosci già il vitigno Sanforte? Si credeva fosse un biotipo di Sangiovese ( chiamato anche Sangiovese Forte ), mentre le analisi genetiche hanno dimostrato che è un vitigno a sè. È poco diffuso ed in pochi lo vinificano. Non produce molto, per questo in passato molti l’hanno espiantato.

Ciliegiolo 2016 e Sanforte 2014 di Fattoria Fibbiano

 

Ora è il momento di Ceppatella, il vino di punta di Fattoria Fibbiano

Ti ricordi quando prima ti raccontavo delle vigne vecchie trovate dalla famiglia Cantoni appena arrivati a Fibbiano? Ecco da quelle vigne proviene il Ceppatella, prodotto da Sangiovose in purezza ed oggi entrato a far parte della Doc Terre di Pisa.

Abbiamo fatto un confronto tra due annate ( 2013 e 2009 ), abbinandole a un maialino cotto a bassa temperatura su crema di cavolfiore e tartufo bianco. Ovviamente sono due vini diversi, pur ritrovando la stessa matrice portata dal Sangiovese in purezza.

Ceppatella 2013 porta il calore della zona grazie ad un impatto alcolico e di frutti maturi che si stanno appassendo. Resta indietro il tratto ematico, coperto dalla piccantezza e dalla speziatura: non coprono il ricordo del passaggio in legno, ancora non perfettamente integrato. È un vino tannico, pungente e con l’alcol che nasconde il gusto del frutto. La sapidità è piacevole, l’acidità mai troppo spiccata, per cui se cerchi un vino di grande corpo e struttura potresti aver trovato il tuo vino ideale.

Confronto Ceppatella 2009 e 2013 di Fattoria Fibbiano

Ceppatella 2009 alza l’asta dell’evoluzione, com’è normale che sia. Sento mora e prugna stramature, il contributo del legno, liquirizia, cioccolato, cuoio. È carico e denso al naso ed ha tanta struttura olfattiva senza perdere il contatto con la finezza. Al palato è coerente perché mantiene quanto aveva promesso al naso: è qui che il frutto si riprende la scena con tutta la densa pienezza che apporta. Il tannino ha ancora astringenza e chiude il passo all’acidità che resta leggermente indietro. Ha tanta forza e struttura, da non paragonare ad altre interpretazioni di Sangiovese: Ceppatella di Fattoria Fibbiano è così, ti piaccia o no!

Il maialino abbinato al Ceppatella di Fattoria Fibbiano

Maialino cotto a bassa temperatura con crema di cavolfiore e tartufo bianco fresco

 

Il pranzo dedicato ai vini di Fattoria Fibbiano mi ha messo curiosità, per cui mi impegnerò a visitare l’azienda. La storia della famiglia di Matteo merita di essere conosciuta più da vicino, osservando con i miei occhi i posti che hanno stregato i loro ormai vent’anni or sono! Grazie per l’ospitalità e per avermi fatto partecipe della vostra storia e passione!

 

Contatti: Fattoria Fibbiano | via di Fibbiano 2, Terricciola (PI) | Sito aziendale

 

di MORRIS LAZZONI

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18 Novembre 2019. © Riproduzione riservata