fbpx

La Toscana non è solo Chianti, Montalcino o Bolgheri. Ci sono anche zone meno conosciute, oppure poco sfruttate, che potrebbero dare grandi risultati. Una di queste sono le Colline di Candia!

Selfie tra le vigne di Marco Verona

Marco Verona e la filosofia del “Meno è meglio!”

Sono felice di parlarti di un pomeriggio diverso, passato in compagnia di un grande produttore della zona delle Colline di Candia a Massa-Carrara in Toscana.

Questa persona si chiama Marco Verona e possiede una piccola azienda vinicola di neppure 1 ettaro. Guardano il mar Tirreno e le spiagge di Marina di Massa, mentre alle spalle sono protetti dai pendii che scendono dalle Alpi Apuane. Dopo una Laurea da Architetto, un passato da web designer ed enotecaro, arriva la svolta del vino: per fortuna direi, visti i risultati!

→Marco è convinto che il vino vada rispettato e creato partendo da un’eccezionale materia prima

Per questo opera oltre i concetti della bio dinamica, cercando di non interferire nell’ecosistema della vigna e della vinificazione in cantina.

Non troverai concimi chimici, diserbanti, lieviti selezionati, chiarifiche con utilizzo di chimica e barrique: i vini di Marco vengono creati partendo dall’idea di rispettare l’uva di origine e trasmetterne tutta l’essenza dentro la bottiglia.

Anche l’utilizzo dell’anidride solforosa è a minimi livelli, solo in fase d’imbottigliamento. Se bevi i vini di Marco e ti dovesse venire il mal di testa, dai la colpa al marito/moglie ma non al vino!

 

I vigneti del Candia di Marco Verona

→ Marco Verona non accetta la chimica e tecniche raffinate in cantina: vuole un vino diretto e schietto come il suo carattere!

Arrivare alla sua tenuta nel Candia è facile, il difficile diventa arrivare in cima ai vigneti. Hai visto quanto sono ripidi e scoscesi? Per fortuna aiuta la mono rotaia elettrica che Marco usa per fare su e giù per le vigne. 

⬇Guarda il video della mono rotaia: che spettacolo!⬇

https://youtu.be/WppPnIl0P6A

La vista dall’alto è spettacolare, ma i vigneti non sono da meno

Dalla veranda di casa di Marco Verona si gode una vista invidiabile che punta ben oltre i confini del mare: nelle giornate migliori puoi arrivare addirittura a vedere le isole dell’arcipelago toscano. Ma il vero spettacolo sono le vigne, lasciate volutamente incolte tra i filari, per favorire il giusto ecosistema.

Nei vigneti di Marco la natura si riprende la propria leadership, diventando protagonista dello spettacolo teatrale della creazione del vino! Mettere in primo piano la natura significa non interferire con il suo corso e le sue scelte. Ecco perchè Marco Verona non usa lieviti selezionati, ma lascia a quelli indigeni il compito di far partire la fermentazione alcolica. Oppure non interviene sulle caratteristiche organolettiche dell’uva con affinamenti diversi dall’acciaio, unico e vero contenitore che “non cede” all’uva nessun sentore evolutivo.

La mono rotaia di Marco Verona

La stessa cosa si può dire per le operazioni di cantina come chiarifica e filtrazione, oppure utilizzo di additivi chimici che possano interferire nel naturale corso. Visto che Marco è anche un Architetto, rubo una frase al genio di Ludwig Mies van der Rohe per descrivere il suo modo di lavorare:  “Less is more”!

→ Less is more è una filosofia che Marco Verona applica veramente nelle Colline di Candia sia in vigna che in cantina. Togli, semplifica e lascia fare alla natura: mica male, no?

Anche la produzione è semplice: due vini, punto!

In questo lembo di terra che si getta a valle, quasi sfidando la fisica della pendenza, Marco produce solamente due vini: uno bianco chiamato Sedì ed un rosso, Bacca Nera. Anche qua la semplicità la fa da padrone!

Il Sedì 2017 è un vino bianco che passa sei giorni di macerazione sulle proprie bucce, prendendo quindi dal mondo del vino rosso lo stile di vinificazione. In questo modo si tira fuori dalle uve che compongono il Sedì ( Vermentino, Malvasia, Trebbiano ed Albarola ) la loro vera anima, donando al vino sostanza e “carnosità” sconosciute ad un normale vino bianco. La vinificazione avviene in acciaio a temperatura controllata, così come l’affinamento. Ti ricordi che ti ho già detto che non vengono usati lieviti selezionati, ma solo quelli indigeni? Adesso lo sai, non lo dimenticare! In più non vengono fatte neppure chiarifiche e filtrazioni.

Il Bacca Nera 2017 comprende al suo interno uvaggi tipici della zona come Sangiovese, Massaretta, Canaiolo ed altri, locali o internazionali, da tempo usati dai viticoltori del Candia. Dopo scriverò solo del Sedì, visto che il Bacca Nera era ancora in una fase di irrequietezza tipica di un puledro imbazzarrito legato alla staccionata. Lasciamogli tempo di calmarsi! Ovvio che il procedimento di vinificazione è lo stesso del Sedì: non te lo ripeto, ma tienilo a mente!

Sedì 2017, il bianco diverso

Sedì 2017 di Marco Verona

Al naso mi ricorda la frutta piena e polposa, con veemenza differente per stile e pienezza rispetto a un classico Vermentino, merito anche del contributo delle altre uve in appoggio. Sento agrumi decisi come pompelmo rosa e arancia bionda, ma anche pesca gialla, per arrivare ad una leggera nota di timo limonato e maggiorana. Poi accenni di paglia secca e fine nota di pepe bianco che stuzzica le narici, portando una piacevole piccantezza.

Al naso ha spessore aromatico che sovrasta la finezza, ancora lontana da poter essere definita compiuta. È anche questo però il suo lato bello. Presentarsi in modo anche non propriamente corretto, pur di non perdere l’identità con il suo stile. L’alcol si fa sentire, anche in modo abbastanza deciso, ma senza invadere e coprire gli altri sentori. Alla bocca è ampio, caldo, fruttato, sapido e con tanta materia polposa che copre ogni angolo del palato.

È un vino carnoso, masticabile che non rinuncia a far entrare decisa la nota amaricante della mandorla: è piacevole ma al tempo stesso quasi fuori dalle righe. Ha sapidità che si mescola a tanta frutta, che esplode con la sua polpa già piena e abbastanza matura. Non perde il focus dell’acidità e della freschezza che restano vive e aggrappate alla lingua per molti secondi.

Marco Verona Sedì 2017

È ancora irrequieto al palato, mancando di quella giusta eleganza che lo renda più gentile e meno imbizzarrito. È da poco in bottiglia, per cui non si è ancora scrollato di dosso la tensione nervosa dell’imbottigliamento. Nonostante ciò ha la capacità di prendere possesso del palato, nobilitandolo con tanta materia e conferendo personalità a tutto tondo. È lungo nell’apporto dei profumi, ha una buona persistenza e lascia il palato sassoso, pieno, amaricante e pulito.

È una bevuta sincera e viscerale come l’uva da cui proviene. Non è un vino perfetto e tecnico, ma porta in bottiglia l’idea di Marco di fare un vino sincero e schietto, anche se a tratti leggermente scorbutico. Ecco un esempio di qualità da seguire nelle Colline di Candia a Massa-Carrara!

Un pranzo da Marco Verona per conoscere i suoi vini!

Pranzo da Marco Verona

Abbiamo scattato questa foto ricordo della giornata di visita e degustazione all’azienda di Marco. Lui è quello al centro della foto, mentre quel tipo strano con la maglia azzurra sulla sinistra sono io. Al mio fianco c’è l’amico Andrea, mentre il “giovane” con la maglia nera è Piero, un grande appassionato del buon vino.

Grazie Marco per la tua accoglienza, ma anche per la passione che trasmetti quando parli di vino. La “nostra zona” ha bisogno di viticoltori veraci e tenaci così. Viticoltori che portino avanti progetti che puntino alla qualità, senza scendere a compromessi storici o commerciali che hanno caratterizzato i Colli di Candia nel passato.

di MORRIS LAZZONI

VinoperPassione

Il vino è semplice da capire, basta avere passione

9 Giugno 2018. © Riproduzione riservata