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Mosnel a Camignone

Una due giorni in Franciacorta mi ha dato la “scusa” per visitare un’azienda dalla lunga storia vinicola, Mosnel. È nel comune di Camignone e racchiude storia, fascino e prodotti di alto livello. Ho ricevuto una bellissima accoglienza e sono rimasto molto colpito dai loro Franciacorta. Adesso vi racconto tutto!

Prima di parlarti di Mosnel, però, ti chiedo di leggere anche altre visite che ho già fatto in Franciacorta, ormai più di due anni fa. Sei curioso? Allora guarda l’articolo sulla visita a Monterossa, oppure quello dove parlo di Bellavista!

SE VAI IN FRANCIACORTA PASSA DA MOSNEL

La prima impressione che hai varcando i cancelli di Mosnel è di trovarti di fronte a un realtà familiare, tradizionale e di grande respiro storico. Trovo la conferma nel racconto di Lara, perfetta nel ruolo di Cicerone in queste ore passate insieme. Le sensazioni che mi avevano colpito all’inizio sono solo l’anteprima di quanto vedo con i miei occhi.

Gli ambienti storici della cantina sono il fulcro dei 40 ettari di vigneti che si estendono in un unico blocco ai lati della proprietà. Questa è l’eredità dei Cacciamatta, antenati dell’attuale famiglia Barzanò, che acquistarono quei terreni nel 1600 per uso agricolo. All’epoca non potevano immaginarsi che in futuro sarebbe nata una delle più rinomate aziende della Franciacorta, ma è bello pensare in una magica previsione storica.

Che vantaggi ci sono ad avere 40 ettati tutti assieme? Il clima è unico, così come il suolo ( 95% di tipo morenico ) e si agevolano le operazioni di vendemmia. Non poco direi, soprattutto in annate difficili come questa appena trascorsa. Non mi dimentico anche che Mosnel adotta un’agricoltura biologica, come spesso accade in moltissime aziende vinicole della Franciacorta.

TRADIZIONE FA RIMA CON EVOLUZIONE

I figli Lucia e Giulio tanto devono alla madre, Emanuela Barboglio, che ha iniziato l’avventura vinicola seguendo una tradizione di famiglia datata 1836. Nonostante questa solida base Mosnel non smette di innovare o sperimentare, come dimostrano i risultati ottenuti e il sempre maggiore riconoscimento di qualità ai prodotti.

Sai cosa significa Mosnel? È un’espressione dialettale che deriva da “musna”, cumulo di pietre a forma di collinetta. I terreni su cui sorgono i vigneti dell’azienda secoli fa erano pieni di pietre, poi tolte per far spazio alla coltivazione e agli alberi da frutto. In seguito sono state ammassate in una parte del vigneto per formare una “musna”: ecco quindi la derivazione del nome “mosnel”!

La prima annata uscì sul mercato nel 1975, per volere della visionaria Emanuela Barboglio che aveva già convertito l’agricoltura tradizionale in vigneto attorno agli anni 60. Ti potrà sembrare strano ma per i primi dieci anni Mosnel si dedica al metodo Charmat. Solo dopo passa al Metodo Classico, come oggi conosciamo, arrivando fino alla produzione di 220/230.000 bottiglie dei giorni nostri.

Vigneti di Mosnel

IL METODO CLASSICO DI FRANCIACORTA NON È UN GIOCO

L’azienda lavora in agricoltura biologica certificata dal 2014, perchè ha scelto di portare avanti un’agricoltura ragionata e rispettosa del suolo e del prodotto finale. Le attenzioni sono tante sia in vigna che in cantina, a cominciare dalle vendemmie separate per singolo vigneto. L’azienda effettua due pressature delle uve, da cui derivano due differenti spremiture. Ti suona strano? A me no, perchè in Champagne questa cosa la fanno da una vita!

Il grande lavoro per la ricerca della qualità prosegue anche in cantina, dopo gran parte del vino affina in acciaio, ma un buon 30% va in barrique. Questo serve a dare complessità, corpo e maggiore struttura anche al prodotto finale che ti ritroverai in bottiglia.

Barriccaia Mosnel

Ho fatto la foto nella barriccaia piccola, ricavata in una sala del 1600 e costruita con pareti di tufo e mattoncini per le volte. Capirai bene che in questa stanza la temperatura è perfetta per conservare il vino dentro alle barrique.

Ce ne sono altre di barrique, per un totale di circa 250, custodite nella sala più grande, ma già oggi piccola per la necessità produttive. È in costruzione la nuova cantina, che sarà pronta per la vendemmia 2018: operare in ambienti storici ha il suo fascino, ma poter lavorare nel largo e comodi è un’altra cosa! Siamo nell’era digitale, quindi manteniamo i legami con il passato, ma guardiamo anche verso il futuro.

Sai che il passito è nato grazie alle barrique? Da Mosnel si usava mettere delle uve surmature di Chardonnay nelle barrique per “pulirle” dalla loro capacità di cedere sostanze al vino. Fu li che si accorsero che poteva nascere un grande vino, il passito appunto!

 DEGUSTAZIONE FRANCIACORTA, ORA TI RACCONTO

– BRUT NATURE 2014 | 70% CHARDONNAY, 20% PINOT BIANCO E 10% PINOT NERO | 24 MESI SUI LIEVITI

Ha un delicato colore giallo paglierino con bollicine fini e numerose. Si apre al naso con un’intensa nota citrina, accenno di burro fuso e una croccante crosta di pane che lega il tutto. Continua portandomi ananas, albicocca matura e mantenendo tutte queste sensazioni anche al palato.

È coerente con l’olfatto visto che entra ben agrumato in bocca, intenso e forte di una decisa freschezza che copre tutti gli angoli della bocca. Riecco il tocco tropicale dell’ananas, unito alla setosità del burro fuso, mentre sapidità e persistenza hanno una bella presenza e non mancano di lasciare spazio a una buona dose di eleganza.

– BRUT S.A. | 60 CHARDONNAY, 30% PINOT BIANCO, 10% PINOT NERO | SBOCC. 07/2017

Mantiene il solito aspetto del Brut Nature ma al naso si presenta più maturo e deciso, visto che vira su toni tostati leggermente più “strong”. Stesso discorso per i frutti ( cedro, albicocca e zagara ) con un bel blocco speziato e quella fine crosta di pane quasi biscottata.

Anche il Brut è cremoso al palato con bollicine fini non solo allo sguardo, ma anche al gusto. E che salivazione! È ancora più fresco del Brut Nature, quasi impattante e intenso e mantiene anche una piacevole sapidità. Si beve bene, è apprezzabile per varie situazioni e abbinamenti, oltre a lasciare un bel ricordo di sè grazie alla lunga persistenza.

– PAS DOSÈ S.A. | 60% CHARDONNAY, 30% PINOT BIANCO, 10% PINOT NERO | 36 MESI SUI LIEVITI

Si entra nel “mio mondo”. Amo i Pas dosè perchè sono integri, loro stessi e non cercano di fare l’occhiolino ammiccante con un qualsiasi tipo di residuo zuccherino. Questo è un bel Pas dosè, tra l’altro! È leggermente più carico il colore che guarda al giallo dorato, infatti anche al naso appare subito più maturo. I frutti sembrano spinti verso un ricordo di candito, percepisco una bella mandorla tostata sfumata insieme alla nota biscottata, piacevole e vivace.

Bollicine in stile mousse, cremose e ben integrate con il liquido. Ciò non basta a togliere freschezza e salivazione, mentre la sapidità raggiunge livelli mai visti negli altri due. È limacciosa, incisiva e connota il Pas dosè come nessun’altra caratteristica. Ha una beva compatta, “maschia”, attenuata solo da un fine accenno di crema e biscotto che arriva nel finale, prima della carica agrumata. Persistente e elegante: nelle mie corde!

Gamma Mosnel

– ROSÈ S.A. | 40% PINOT NERO, 40% CHARDONNAY E 20% PINOT BIANCO

Dico subito che non è un rosè “di contorno”. Non vuole giocare da gregario, ma anzi avere un ruolo ben definito nella gamma prodotti. Ci riesce e bene, viste le qualità che sa esprimere. So che non tutti sono amanti dei rosè, vino o bollicina, ma sforziamoci perchè ci sono aziende che lo fanno molto bene come questo Franciacorta Rosè di Mosnel.

Mi pizzicano le narici i ricordi di pepe rosa mescolato a ciliegia, melagrana e arancia rossa. La frutta ha un tono deciso, ben maturo e che denota complessità. Questo rosè vuole dimostrare di saperci fare e quel piacevole ricordo di cornetto tostato, corposo e invitante, dà spalle larghe e grosse ai sentori da evoluzione.

Al palato ha anche un leggero amaricante, percepisco mandorla e nocciola e il ritorno dell’arancia e della ciliegia croccanti e ben evidenti. È cremoso al punto giusto, con bollicine sempre soffici ma non per questo meno fresco e acido degli altri. Riempie il palato in modo adeguato, ha una giusta vena sapida e mantiene tutte queste sensazioni per giusto tempo, rendendosi persistente e piacevole.

ADESSO INIZIANO I FRANCIACORTA MILLESIMATI

– SATÈN 2013 | 100% CHARDONNAY | 40% AFFINATO IN BARRIQUE

Si entra in un’atmosfera ancora più complessa e raffinata delle precedenti. Qua si inizia a fare sul serio a livello di complessità perchè il contributo dell’affinamento in barrique cede un pò di traccia fumè, tostatura a buon livello ma sempre senza esagerare.

Percepisco ancora meglio il ricordo di crema pasticcera, di burro liquido, di frutti tropicali ma anche pesca sciroppata e cedro ben maturo. Entra in bocca cremoso, morbido come solo il Satèn sa fare in modo così appagante. Non vuole nascondere la sua evoluzione, ma anzi la mostra con orgoglio sapendo di essere una bottiglia ben fatta.

Il perlage è finissimo, setoso ma al tempo stesso tagliente: e ce n’è di freschezza in bocca! È interessante il dualismo della mousse di bollicine delicate in contrasto con il tono carico e profondo dell’evoluzione. Ovviamente ha una persistenza molto valida, nemmeno a dirlo! Il palato resta impresso della sua finezza, carico di sapidità e stregato dalla sua eleganza. Ma il complimento migliore che posso fargli è sulla beva: nonostante tutte questi pregi non dimentica di farsi bere bene. Questo è di vitale importanza!

– EBB 2012 | 100% CHARDONNAY | 36 MESI SUI LIEVITI | SBOCC. 10/2016

La struttura e la complessità salgono subito in cattedra nella parte olfattiva. Si dimostra invitante, corposo e abile nel tenere assieme tutte le sfumature di profumi di cui è composto. Vengo colpito da ricordi dolci della crema, del burro caldo e della pasta frolla appena sfornata. Arriva anche un leggero sentore di cannella a dare brio alla nota fruttata, calda e matura, al sapore di ananas, mango e un pizzico di pera.

Non manca una spolverata di caffè a chiudere le sensazioni olfattive, prima dell’assaggio e del godimento. Entra al palato integro ma cremoso, largo nel gusto ma al tempo stesso affilato e deciso. La sua sapidità mi ricorda la pietra focaia, le note citrine invadono la bocca, dando freschezza e salivazione, prima di riportare a galla ogni piccola sfumatura sentita al naso.

È un Franciacorta importante e si muove sempre con eleganza e finezza che denotano maturità e classe. Chiude nel finale di bocca con una nota amaricante e tostata che resta sulla lingua, insieme alla bella mineralità, a testimonianza della lunga persistenza.

Franciacorta Mosnel

– PAROSÈ 2012 | 70% PINOT NERO E 30% CHARDONNAY | 100% AFFINATO IN BARRIQUE | SBOCC. 03/2017

Non sono mai stato amante dei rosè ma qua mi devo ricredere! Mi fermo anche a osservare bene bollicine e colore perchè mi colpiscono. Il perlage è finissimo e fitto e si muove leggero dentro al rosato chiaro, evidente frutto di leggere pressature delle uve.

Al naso è un misto tra melegrana, amarena e lamponi che si uniscono a note di biscotto al burro, pepe nero e un accenno di vaniglia. Il profumo tostato arriva deciso con il ricordo di fine cacao e carruba a disegnare un contorno ben delineato nei confini dell’eleganza.

Al palato è il più elegante di tutti, forse non il più cremoso, ma quello più completo perchè non lascia nulla al caso e mostra ogni sensazione ben delineata e precisa. Si fa subito notare la freschezza, ben mescolata al tono fruttato e speziato, che sfocia in salinità e mineralità di gran livello.

Ha una persistenza molto lunga che permette di assaporare ogni singola sensazione in modo netto, ma senza snaturare il carattere elegante e fine che lo contraddistingue. Non mancano di farsi nuovamente vivi i ricordi da evoluzione, soprattutto la tostatura del cacao e l’accenno di crema, che lasciano il palato delizioso e perfettamente soddisfatto dalla grande salivazione. Un bel rosè da godersi in compagnia di tutti quelli che lo snobbano dicendo che non può essere all’altezza. Provaci e poi fammi sapere!

VISITA LA CANTINA DI MOSNEL

Se non l’hai già fatto, adesso capirai perchè ti consiglio di visitare questa cantina in Franciacorta. Il mio racconto spero ti sia servito a capire quanta passione e competenza puoi trovare nel personale di Mosnel e nei suoi vini. Gli ambienti della cantina meritano di essere visti, così come i loro Franciacorta sapranno lasciarti un bel ricordo.

Quindi se non l’hai ancora fatto, organizza una visita in azienda. Se invece sei in cerca di consigli, so come aiutarti!

INFO: IL MOSNEL DI E. BARBOGLIO & FIGLI | Camignone (BS) | www.mosnel.com

di MORRIS LAZZONI

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26 Febbraio 2017. © Riproduzione riservata