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Sangiovese Purosangue ha sempre il suo perché!

Per il secondo anno consecutivo ho accettato l’invito di Enoclub Siena e Pr Vino per partecipare a Sangiovese Purosangue 2019. Sono stato a Siena nei giorni 4 e 5 Novembre, quelli dedicati alla stampa del settore, mentre il 2 e 3 Novembre erano dedicati al pubblico con i banchi di assaggio dei produttori.

Apprezzo davvero lo sforzo fatto dal patron Davide Bonucci per dare un servizio adeguato alla manifestazione, compreso il “coraggio” di far servire in sala stampa i ragazzi della scuola di Agraria e Enologia, permettendogli di vivere due giornate in mezzo a più bottiglie di quanto possano vedere quotidianamente.

Per arrivare e tornare dalla location scelta ho passeggiato per Siena, passando attraverso Piazza del Campo, poi per via di Città fino a Palazzo Squarcialupi in Piazza Duomo, sede della sala degustazione. Peccato solo per il maltempo che ha rovinato la bellezza della città. È vero che tutto non si può volere, ma quasi quasi…

Momento di relax durante Sangiovese Purosangue 2019

Perché solo Sangiovese? 

Perché è uno dei vitigni più tipico che abbiamo in Italia! E non mi dire che io sia di parte!

La sua bellezza è il sapersi adattare a territori e climi diversi e per questo è uno dei vitigni più diffusi d’Italia. È diffuso soprattutto nel Centro Italia, mentre in in Toscana ha trovato la casa più famosa, facendo le fortune di vini come Chianti, Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano ed altri. Con ciò non vorrei sminuire altre grandi interpretazioni di Sangiovese, peraltro dotate di autonomia nobiltà qualitativa, come Romagna, Marche, Umbria, Lazio e tante altre regioni. Qua c’erano, a testimonianza di voler eliminare i confini regionali toscani ed aprire al Sangiovese proveniente da areali di produzione diversi.

 

LEGGI ANCHE: Lo scorso anno feci un percorso degustazione diverso alla mia prima partecipazione a Sangiovese Purosangue. Qua trovi l’articolo scritto lo scorso anno.

Un pò di bottiglie presenti a Sangiovese Purosangue 2019

 

Non me ne vogliano tutti i produttori che hanno inviato i campioni per Sangiovese Purosangue 2019, ma non posso scrivere tutti i vini che ho bevuto. Metterò solo quelli che mi hanno colpito di più, va bene?

 

La prima giornata di Sangiovese Purosangue l’ho dedicata all’annata 2016

Visto che le bottiglie non mancano, dovevo trovare un filo conduttore della degustazione. Per questo ho deciso di concentrarmi nel primo giorno di degustazione sui vini dell’annata 2016. Questi sono gli assaggi che ho apprezzato di più!

Podere Castellinuzza Chianti Classico 2016 da Greve in Chianti

Naso: floreale e erbaceo che arrivano fini e delicati. Seguono ciliegia e marasca polpose e mature: vira verso toni polverosi e leggermente speziati ma sempre dentro tonalità dolciastre. Chiude con leggera pungenza alcolica. Palato: croccante, vivo, spinto nella vena citrina e della ciliegia. È goloso e il tannino è quasi in secondo piano: tagliente e largo in bocca, prende possesso del palato in modo repentino, ma lascia comunque freschezza.

Cantina Ripoli Chianti Classico 2016 da Barberino Val d’Elsa

Naso: ciliegioso, polposo e morbido al naso. È un concentrato di dolcezza e rotondità prima dei toni speziati come noce moscata e pepe nero. Lungo, espressivo nella sua portata e nonostante non mostri altre carte, gioca molto bene quelle che ha! Palato: nervoso, tagliente, dritto nella vena acidula e di buon impatto fruttato. C’è tanta voglia di dare dinamismo e tannino dolce e fruttato. Infatti chiude il ricordo in bocca con tanta tanta frutta: beverino!

Montevertine Montevertine 2016 da Radda in Chianti

Naso: ottima espressione globale divisa tra densità fruttata, spinta erbacea e buona traccia ematica. I frutti sono maturi, però mantengono ancora spinta acidula e fragrante. C’è impatto alcolico ma non rovina la finezza dell’insieme: il legno è ancora evidente, pur senza sfuggire dalle maglie di una gran eleganza. Palato: è spinto, agrumato e ben croccante in bocca! C’è tanta ematicità, freschezza ed acidità, poi tannino fitto ma senza essere esplosivo, infine lunghezza mista a ricordi tostati e sapidi. 

Alcuni assaggi di Sangiovese Purosangue 2019

Badia a Coltibuono Chianti Classico 2016 da Gaiole in Chianti

Naso: frutta, frutta e frutta e poi parte alcolica evidente e speziatura finemente piccante. Mi piace il brio che porta al naso, fregandosene della compostezza pur essendo un vino elegante nel suo modo d’essere. Sento erbaceo fresco, tanti fiori e solo in chiusura si concede a un contributo legnoso ed all’ematico. Palato: è vivo, dinamico, croccante nel ricordo di arancia rossa, ciliegia e pompelmo rosa. Lascia una bocca invitante, leggermente vegetale con un tannino fitto e giovane ma comunque godibile. C’è sapidità ed una buona nota acidula che allunga la beva.

Poggio Bonelli Chianti Classico RIserva 2016 da Castelnuovo Berardenga

Naso: la vena ematica si incunea dentro una bellissima nota floreale fragrante e una parte viva e croccante dei frutti pieni. Sento una bella sfumatura eterea, poi foglie di the, liquirizia e cacao amaro. Molto ferro e tanta traccia sanguigna. Palato: continua a dare riscontro e coerenza con la sua verve acida che lascia la bocca interdetta all’inizio, prima dell’arrivo della polverosità del tannino. C’è chiusura amara e tostata in una lunghezza di gusto dove il frutto è leggermente coperto.

Vallepicciola Chianti Classico 2016 da Castelnuovo Berardenga

Naso: espressione fruttata e bella finezza. Mi colpisce per l’immediata piacevolezza e per la nota fruttata che colpisce le narici. Gli altri profumi ci sono ma sono più esili e nonostante ciò servono tutti a completare la bella espressione del frutto. Per questo non è banale, ma di grande piacevolezza. Palato: compatto e pieno nella sua dimensione giovane del frutto, con un tannino perfettamente integrato e con una bellissima persistenza dolce al palato. Scorre benissimo al palato e lascia tanta voglia di riberlo. Goloso!

Continuano gli assaggi a Sangiovese Purosangue 2019

Quercia al Poggio Chianti Classico 2016 da Barberino Val d’Elsa

Naso: completo e vario con tutti i profumi nitidi e bilanciati. Forse prevale solo la vena ematica, ma frutta, floreale, tratto balsamico e le linee evolutive di tabacco e erbaceo secco sono pari. Mi piace la finezza generale. Palato: è preciso anche in bocca, dove viene fuori maggiormente il frutto polposo ed il tannino pieno e denso di un vino che ha stoffa per durare. Buona la persistenza e buono anche lo slancio di acidità.

Boscarelli Nobile di Montepulciano 2016 da Montepulciano

Naso: rompe l’equilibrio solo l’alcol che spunta un pò dalla riga tirata dalla giusta maturazione dei frutti insieme al bel tratto erbaceo e di erbe aromatiche che sono presenti. Resta un buon insieme ematico e la finezza di un vino ancora giovane per essere perfettamente equilibrato. Palato: è in line con quanto promesso, pur con un tannino fitto e che non toglie spazio alla freschezza ed all’acidità citrina di bella intensità. Mi piace perché mi fa gola e anche se troppo giovane, mi dà già soddisfazione.

Boscarelli Prugnolo 2018 – Montepulciano

Naso: viola, giuggiola, ciliegia fresca e poi spezie dolci e alcol misurato. È un festival di bellezza al naso, con un impatto fresco e dolciastro. Rompe l’equilibrio della dolcezza solo un ricordo di the verde e una buona trama di mentuccia. Palato: mantiene le promesse anche al palato dove il tannino è comunque presente e mai scontato. Però il frutto è il re e te ne accorgi al primo sorso. Ma ricordati anche della sua acidità, perché te lo fa bere e desiderare ancora. E ancora!

Il Prugnolo 2018 di Boscarelli non c’entra nulla con il mio percorso di degustazione dell’annata 2016, però quanto è “bono” quel vino! Me ne berrei una cassa da solo!

La vista dalla sala stampa di Sangiovese Purosangue 2019

Duomo di Siena

Finita la degustazione, guardo fuori: potrebbe andare peggio, che dici?

Chiudo la prima giornata abbastanza stanco! So che qualcuno adesso potrà lamentarsi, dicendo che non sono di certo andato in miniera! È vero, ma anche degustare oltre 50 vini e scriverne non è così facile, soprattutto quando vuoi rispettare il lavoro di ogni vignaiolo ed impegnarti per cogliere le sfumature che ti racconta ogni vino!

 

Il secondo giorno a Sangiovese Purosangue 2019 lo dedico quasi tutto al Brunello di Montalcino

Il secondo giorno ho deciso di provare un paio di annate di Brunello di Montalcino, la 2013 e la 2014. Anche qua metterò solo i vini che mi hanno colpito di più, va bene?

Col d’Orcia Brunello di Montalcino 2014

Naso: diretto e preciso, con tanta ciliegia e mora vive pur nella loro maturità. Sento mentolato, accenni di salvia, un pò di fumè, foglie di the e liquirizia. Buona finezza grazie anche alla delicata intensità che presenta. Palato: bocca carnosa, fruttata, leggera nella trama tannica e con un fruttato intenso che è superato solo dall’abbondane salivazione. Resta un tannino un pò secco nel finale e non troppo intenso nella struttura astringente. Chiude amaricante e con bocca sapida.

Casanova di Neri Brunello di Montalcino 2014

Naso: profumi immediati, fini e di buona intensità. Sento la ciliegia perfetta, rossa e croccante dentro un tocco floreale nitido, poi finemente ferruginoso e chiude con liquirizia e tabacco biondo. Invita all’assaggio grazie anche alla spinta alcolica che non invade ma resta integrata. Palato: è più deciso, un passo oltre al naso ma sempre nei limiti di una buona eleganza. Solo l’alcol esce da questo schema predefinito in cui salivazione, freschezza, frutto, tannino e spezie arrivano tutte allo stesso livello. Chiude salivante, erbaceo ed appena amaricante.

A Sangiovese Purosangue si trovano ottimi Brunello 2014

Le Chiuse Brunello di Montalcino 2014

Naso: bella espressione fruttata, leggermente sottospirito ma intensa e che avvolge le narici. Ci sono erbe, fiori secchi e poi spezie a mettere brio ai profumi, mentre continua a prevalere il frutto anche sopra le note evolutive di liquirizia e tamarindo. Palato: tanta ciliegia dolce, freschezza e tannino misurato, forse un pò polveroso e ben astringente. C’è sapidità e bella beva anche se chiude meno lungo in persistenza. C’è tanto frutto invitante nonostante un tannino fitto ma al tempo stesso nobile.

Terre Nere Brunello di Montalcino 2014

Naso: è davvero invitante, bello, profumato, fine e con tanta intensità eppure mai eccessivo. Belle le note di frutti di bosco e ciliegia che danno profondità e poi tante erbe aromatiche, spezie dolci e ricordi di vaniglia: mai banale e davvero elegante. Palato: c’è tanta frutta che scappa ovunque nel palato, la leggerezza dell’acidità che bilancia la forza di un tannino fitto, avvolgente e mai verde o aspro. L’alcol è ben gestito, insieme alla trama vegetale che chiude l’assaggio. È una grande 2014, elegante e fine come poche altre. 

 

Ci sono molti giudizi diversi sui vini dell’annata 2014! Alcuni li criticano e non li bevono, credendo che sia vini da buttare a prescindere. Per me ci sono cose interessanti! Potranno anche essere vini con vita minore nel tempo, ma già ora sono molto godibili!

 

Adesso è il turno del Brunello di Montalcino 2013 e metto davvero quelli che mi hanno colpito maggiormente. Dopo una batteria di 2014 che mi ha sorpreso, dò uno sguardo anche alla 2013. Nessuna delle due è un’annata facile per Montalcino, per cui il gioco è anche molto divertente!

Castello di Tricerchi a Sangiovese Purosangue 2019

Castello Tricerchi Brunello di Montalcino 2013

Naso: è caldo, avvolgente ma si concede anche all’ematicità, all’infuso di erbe aromatiche come contraltare ai frutti maturi, a evoluzione di cacao e caffè ed alla pienezza alcolica figlia di un’annata calorosa. Ha corpo ma non va oltre i limiti di una più che buona finezza. Palato: è coerente con prugna, confettura di mora e cacao, ma sopra c’è un tannino fitto, gentile, che prende ogni angolo della bocca pur facendo passare ricordi di agrumi rossi e buona salivazione. È un Brunello di Montalcino 2013 slanciato e dinamico!

Le Ragnaie Brunello di Montalcino 2013

Naso: traccia ematica che connota l’olfatto con eleganza a cui seguono erbaceo secco, nota mentolata e frutti sottospirito che si legano alla perfezione con la potenza alcolica. Mi piace il modo in cui fa percepire l‘affinamento: sono profumi fini e mai invadenti dove tabacco, caffè e cuoio si uniscono all’unisono alla carica dei frutti neri. Palato: bocca carnosa, croccante e molto meno matura di quanto credessi. La salivazione dal gusto citrino riesce a stemperare la forza del tannino, con la bevuta che è scossa solo dalla piccantezza e calore dell’alcol.

Tiezzi Brunello di Montalcino “Vigna del Soccorso” 2013

Naso: frutti stramaturi e quasi in confettura, tanta materia evolutiva con cioccolato e sentori balsamici, poi infuso di erbe aromatiche e tanta liquirizia. È un vino grosso al naso, ma comunque non stranisce in finezza. Palato: mi piace l’ingresso al palato perché si mantiene croccante, il suo attacco agrumato mi ricorda l’arancia sanguinella e il ribes rosso, così come ha un tannino dolce, fine e gentile. C’è voglia di dare bevibilità e tanta scorrevolezza al sorso. Molto bene!

Grandi Brunello 2013 a Sangiovese Purosangue 2019

Nel mio Sangiovese Purosangue 2019 c’è spazio anche a bevute random! Resto a Montalcino e assaggio i vini de Il Marroneto.

Rosso di Montalcino 2017

Naso: invitante e con spinta immediata e fine. Neppure la forza alcolica riesce a snaturare la sua portata elegante, pur in un corpo fruttato che sembra sovrastare il resto. In realtà sento anche erbaceo secco, menta e finissimo tabacco biondo a rinforzare una complessità che sorprende. Palato: è fine, croccante, con ciliegia e ribes che danno pomposità ad un tannino gentile, presente ma di buona eleganza. Fresco, pimpante e fa il suo dovere alla grande.

Brunello di Montalcino 2009

Naso: si sente che ha già delle lune sulla spalle. IC’è complessità evolutiva dove il balsamico, l’ematico tipico e la macerazione dei frutti neri accolgono a braccia aperte una buona materia solida che ricorda cioccolato, cuoio e oliva nera. Palato: mi piace la sua dinamica acidità che si fa sovrastare da un tannino ancora graffiante, pur fine ed elegante. Risento ogni sentore dentro un palato agile e mai domo nel far sentire che la voglia di durare nel tempo è di casa!

I vini del Marroneto Sangiovese Purosangue 2019

Brunello di Montalcino 2015 ( anteprima )

Naso: materia ed eleganza, ma anche tensione e nerbo tipico dei vini che sanno come impressionare. Ogni sfumatura è giusta e non ci sono deviazioni a rovinare la finezza d’insieme. La menta e l’eucalipto danno spinta elegante al frutto e l’evoluzioni sono integre e mai eccessive. Palato: c’è lunghezza in ogni sensazione. Il tannino è fitto, preciso e mai troppo invadente. Il frutto ritorna con acidità imperante, poi c’è freschezza, slancio dinamico e mi lascia il palato con ingresso potente ma sempre tagliente e ben fine.

Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2015 ( anteprima )

Naso: sembra più chiuso all’inizio rispetto al base 2015. C’è conformità e buona eleganza anche qua, ma forse andrebbe aspettato ancora per farlo esprimere a livelli del base. È più cupo, meno immediato ma la base buona c’è. Palato: ritrovo la classe e la finezza che avevo sentito prima e, forse, primeggia ancor di più per eleganza. Mi sembra più fine e con slancio dinamico maggiore, pur avendo un tannino persino più fitto e potente. Avrà un grande futuro!

 

La zona di Montalcino mi ha confermato di essere un mondo a sè nel panorama toscano. Pur in un territorio abbastanza piccolo le differenze tra le zone e le aziende possono essere moltissime. Meglio cosi: ci si diverte di più negli assaggi!

 

Chiudo qua il racconto della due giorni di Sangiovese Purosangue 2019! Consiglio a chiunque di partecipare, mentre la considero fondamentale per tutti gli appassionati di Sangiovese. Mica ci sarò solo io che godo di fronte a un calice di Sangiovese fatto bene, no?

 

di MORRIS LAZZONI

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13 Novembre 2019. © Riproduzione riservata