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BOTTIGLIE APERTE 2016, UNA GIORNATA PER VINO A MILANO

logo bottiglie aperte 2016

Bottiglie Aperte ha una cornice all’altezza dell’evento, il Palazzo delle Stelline di Milano. Giusti spazi, quantità di persone adeguata e presenza di cantine per potersi dilettare e perdere in scambi di opinioni con i molti produttori presenti.

In questo giochino fatto di convenevoli, chiacchere e degustazioni mi sono immerso con entrambi i piedi!

E’ più forte di me, non riesco a “tagliar corto”, avvicinarmi allo stand, bere e dire solamente “che annata è ? che uvaggio ha?” oppure “vino interessante, grazie e arrivederci!

Ho fatto poche visite ma tutte di qualità e piene di interessanti conoscenze a conferma che il mondo del vino, soprattutto nelle piccole realtà, sa sorprendere di continuo!

LA FIORITA | FRANCIACORTA | LOMBARDIA

ZEROSEROSETTE +3 2010

La Fiorita Franciacorta

100% CHARDONNAY

Naso colpito da belle sensazioni agrumate, fiori gialli e un fine sentore di crosta di pane come l’età passata sui lieviti darebbe a pensare. Si apre poco dopo il bel tostato che aggiunge ancora più finezza. Agrumi con particolare tocco citrino, albicocca e pesca bianca al palato. In bocca dà spunto a una bella spuma soffice anche se un pò meno soffice di quanto pensassi. Toccano comunque il palato con garbo senza manifestare indecisioni. La sapidità rimane nei ranghi mentre è interessante la carica minerale.

ROSÈ | 50% PINOT NERO E 50% CHARDONNAY | 24 MESI SUI LIEVITI

La Fiorita rosè

Il colore è un leggerissimo buccia di cipolla. È più tendente al giallo dorato molto carico che a un classico rosato come si è soliti intendere. Colpisce appena le narici grazie ai piccoli frutti rossi che lottano contro il predominio del giallo, portato al comando da pesca e ananas. Lo chardonnay si fa valere anche per il tono burroso, tendente al vanigliato che si unisce al riconoscimento di lieviti. Appena entra in bocca lo fa con mineralità, una giusta sapidità e con fare fresco e brillante. Le note agrumate si percepiscono più che al naso, mentre la persistenza porta di nuovo all’appello un leggero ricordo di frutti rossi e finale minerale.

Per info: LA FIORITA| OME (BS) | WWW.LAFIORITAFRANCIACORTA.COM

RICCI CURBASTRO | FRANCIACORTA | LOMBARDIA

Ricci Curbastro

BRUT 2012 ( NON MILLESIMATO )

Piccolo appunto sull’annata: non è definito un millesimato nonostante il 2012 sia preponderante all’interno della cuvèe. Al naso ha discreta mineralità, presenza di frutti gialli carichi e con intensità maggiore rispetto al tocco di lievitato.

Il tono fruttato a polpa gialla viene fuori dopo qualche secondo e resta nel palato con buona persistenza. In bocca le bollicine aiutano la spinta citrina e portano burro e accenno vanigliato. Si riconosce la buona mineralità ma è la sapidità la vera attrice visto che avvolge il palato per molti secondi.

SATÈN 2012 | 100% CHARDONNAY | 40 MESI SUI LIEVITI

Il Saten ha più struttura del Brut oltre che a portare in campo tutta quella finezza tipica della sua tipologia. Pesca, albicocca, limone e pompelmo sono i quattro principali componenti del gusto al palato con quel tocco erbaceo che sfuma verso un delicato floreale a legare il tutto. Spuma di bollicine soffice, elegante che dà bella spinta sui lati del palato che rimane asciutto e levigato grazie alla carica sapida. Nel finale di bocca torna alla mente quel leggero erbaceo che dà freschezza finale.

GUALBERTO RISERVA 2008 | 70% PINOT NERO 30% CHARDONNAY

Logo Ricci Curbastro

Si entra nel territorio del Dosaggio zero, il mio preferito. Si cambia anche fronte di corpo e lignaggio. La parte olfattiva chiama una struttura più ampia e variegata. Lieviti, crosta di pane, accenno di tostato e piccolo tocco vanigliato sono li a testimoniare che c’è stato un bel percorso di evoluzione dalla vendemmia a oggi. I frutti hanno una connotazione che ricorda sensazioni di frutti essiccati, come albicocca, arancia e fico cosi come si presenta appassito il bouquet di fiori presenti.

Tutta questa carica si risente al palato con nocciola e sfumata di mandorlato che travolgono e si prendono parte della scena. Queste bollicine possono reggere abbinamenti interessanti visto il corpo e tutto il bagaglio di sfumature e sensazioni da evoluzione. Il palato comunque ha buona salivazione, segno che è ancora ben fresco e che può contare su un’interessante spalla acida. Le bollicine sono fini e veramente “cremose” al punto che avvolgono il palato con una persistenza lunga, compatta e vigorosa. Conta sui pilastri creati da sapidità e mineralità che si fanno riconoscere con grande eleganza.

Per info: RICCI CURBASTRO | CAPRIOLO (BS) | WWW.RICCICURBASTRO.IT

CAMOSSI | FRANCIACORTA | LOMBARDIA

Logo Camossi FranciacortaQuesto è stato sicuramente l’incontro più lungo di Bottiglie Aperte, ma parlare con Claudio Camossi è stato un vero piacere. Claudio è riuscito a trasmettermi tutta la passione e dedizione che stanno alla base della sua azienda e del fratello Dario.

Camossi è una di quelle aziende che fa parte della Franciacorta familiare, quella meno avvezza ai palcoscenici modaioli e glamour che da qualche anno invadono la zona ai piedi del lago d’Iseo. Certo questa attenzione mediatica ha portato anche considerazione e possibilità di business per molti. Non tutti però si sentono adatti alle luci della ribalta. Alcuni preferiscono lavorare sodo per creare unicità che si differenziano e danno lustro a tutto il territorio.

Camossi Franciacorta

L’azienda nasce nel 1996 mentre dal 2005 si ha la prima vendemmia dei due fratelli. Camossi ha una particolarità nella creazione delle proprie cuvèe. Questa unicità è l’utilizzo del metodo chiamato Solo UvaQuesto metodo cambia radicalmente tutto il processo di creazione del metodo classico. Chi ha letto il mio articolo su come nascono le bollicine ( per chi se lo è perso potere rileggerlo qua ) sa che la vendemmia si fa anticipata per raccogliere l’uva con il giusto grado di acidità e presenza di zuccheri adeguata. Nel metodo Solo Uva la vendemmia è posticipata per sfruttare il perfetto grado di maturazione dei grappoli. Non finisce qua. Al momento della prima fermentazione o del dosaggio non viene aggiunto zucchero, ma si sfrutta la quantità di zucchero contenuta naturalmente nell’uva. Cerchiamo di capire cosa cambia nella degustazione!

EXTRABRUT 2012 ( NON MILLESIMATO )

Camossi Brut

80% Chardonnay e 20% Pinot Nero

E’ bello al naso con quell’insieme di agrumi che solletica l’olfatto e sale con piacere. Ci sono anche fiori bianchi, una fine crosta di pane a testimonianza del percorso fatto sui lieviti. Il tutto sta all’interno di una particolare finezza che denota eleganza ma anche un bel corpo e struttura. Bocca leggermente acidula con agrume imperante, mineralità al passo così come la sapidità. Finale leggermente caldo con persistenza giusta.

SATÈN 2011 | 100% CHARDONNAY

Camossi Saten

Naso più caldo e “grasso” dell’Extrabrut, per merito della presenza di solo Chardonnay. Agrumato sempre presente come limone e arancia e frutti tropicali come ananas e pizzico di mango. Il fruttato è più maturo che fresco e si lega con un tostato elegante e fine, un accenno di mandorla e lieviti che danno corpo. La presenza dello Chardonnay si percepisce per lo spessore che conferisce. Bollicine fini e che creano una spuma soffice che scende verticale dopo aver avvolto il palato con leggerezza. Persistenza lunga e piacevole con finale di bocca leggermente amaricante.

ROSÈ EXTRA BRUT | 100% PINOT NERO

Rosè Extrabrut

I piccoli frutti rossi si percepiscono e danno corpo e piacevolezza senza nascondere mineralità e freschezza. Infatti sono lasciate libere di sorprendere il naso e il palato grazie alla loro intensità. Amarena, ciliegia e piccoli frutti di bosco si legano e sfumano insieme a agrumi come arancia rossa e pompelmo.

I frutti diventano ancora più intensi al palato e aiutano a dare freschezza, salivazione e una bella spinta acida che stuzzica e rende la beva facile e verticale. Il palato rimane asciutto nel finale con fini ricordi al corpo del vino. Chiudo il racconto facendo riferimento alle bollicine: croccanti, intense e piacevoli nella loro spumosità.

EXTRA BRUT RISERVA 2008 | 100% PINOT NERO | 60 MESI SUI LIEVITI

Camossi Extra Brut Riserva 2008

La prima particolarità è la data della sboccatura riportata in etichetta, Dicembre 2014. Siamo quasi a due anni e vedendo come si comporta il nostro Riserva 2008 direi che il lavoro in cantina è stato ben fatto. La seconda particolarità è il giallo dorato che colpisce per la sua luminosità e lucentezza. Naso inizialmente timido che ha bisogno di aprirsi per esprimere al meglio tutta la sua complessità. La struttura è ben bilanciata e ha un’intensità globale degna di nota. Nocciola, accenno di leggera pasticceria, fine vaniglia e agrumi maturi sul fine dell’essiccatura sono i sentori più piacevoli di questo Riserva. Palato che saliva e sfrutta una freschezza ancora piena e lunga. Tutto ciò si tramuta in una persistenza che ricorda il terroir, portando mineralità e sapidità a livelli ottimali.

Per info: CAMOSSI | ERBUSCO (BS) | WWW.CAMOSSIFRANCIACORTA.COM

CÀ ROVERE | COLLI BERICI | VENETO

Logo Cà Rovere

Prima di passare alla degustazione è giusto e doveroso fare un accenno all’azienda. Come alla sua storia ma anche al territorio di origine che ai più potrebbe risultare poco conosciuto. Ci troviamo nei Colli Berici, zona compresa tra Verona e Padova. Forma un continuo ideale tra i Monti Lessini e i più conosciuti Colli Euganei. I Colli Berici sono poco conosciuti in ambito nazionale per la produzione di vino. Soave è a un passo e calamita su di sè gran parte dell’attenzione per la zona. Ancora più particolare è sentir parlare di metodo classico in una regione, quella veneta, che ha fatto del metodo Martinotti il suo modo di essere, di vivere e di “esportare”. Considerando i milioni di bottiglie di prosecco vendute in tutto il mondo, è logico essere sorpresi.

UNA STORIA GIÀ SEGNATA

La famiglia Biasin è protagonista nei Colli Berici da circa 30 anni e oggi porta avanti un’azienda a conduzione familiare. La famiglia ha voluto differenziare la propria produzione facendo Metodo Classico. L’azienda si estende per circa 30 ettari e mantiene molto contatto con il territorio d’origine facendo leva su quel legame quasi viscerale con la Garganega. È LA perfetta protagonista delle colline che ammorbidiscono i confini territoriali tra Vicenza e Verona. Diversa dal solito anche come vendemmia, la Garganega: a Cà Rovere dà tre vendemmie diverse a seconda che si parli di bollicine, passito o vino fermo. Adesso passo al racconto delle due bollicine che mi hanno sorpreso, in positivo ovviamente!

BRUT BLANC DE BLANCS 2011 | 100% CHARDONNAY | 36 MESI SUI LIEVITI

Cà Rovere vino e bollicine

Parte al naso con un gentile tocco fruttato tendente al dolce con frutti gialli tropicali come ananas, mango ma anche pesca nettarina e agrumi dolci. Si fanno notare anche fiori gialli ma soprattutto un’interessante mineralità che fa capolino già al naso e che potrebbe dire la sua anche al palato. Ha una beva piacevole, che riporta alla mente un frutto giovane e tanta freschezza. Non manca comunque un bel corpo e anche un discreto calore che è supportato dalla sempre presente mineralità. Lascia il palato asciutto con chiari ricordi salini che allungano la persistenza. Ah, non dimentichiamoci delle bollicine che sono fini, con spuma elegante e abbastanza soffice.

BRUT 2012 | 60% CHARDONNAY E 40% GARGANEGA | 36 MESI SUI LIEVITI

Al naso presenta una differenza rispetto al Blanc de Blancs perchè sposta l’asticella su un tocco un poco più erbaceo con una punta verde. Il frutto però non manca, è ancora ben presente e spinge forse ancora più che nell’altro evidenziando un tono che punta più sull’agrumato e sulle acidità. Al palato si aggiungono all’elenco pompelmo e cedro che, assieme all’ananas, portano salivazione e tanta bella freschezza che non può che far piacere. La spuma di bollicine è abbastanza soffice, non invadente e rimane nei limiti dell’eleganza. Infatti riesce a scivolare via bene e senza intoppi. Sa essere anche leggermente tagliente, grazie a quella spalla acida importante data dal tono agrumato imperante. C’è spazio per qualche tono evolutivo come nocciola e mandorla che aiutano al corpo a rimanere a galla con grazia e forza. Infine la persistenza, piacevole e abbastanza lunga nel complesso.

Che dire quindi di Cà Rovere? E’ stata una bella scoperta ( non conoscevo l’azienda ) oltre ad una piacevole visita, in virtù delle attenzioni di Cecilia e Marcella. Mi hanno aiutato a carpire le caratteristiche e particolarità della loro cantina. Aggiungo anche una cosa. Mi fa sempre estremamente piacere vedere ragazze o donne avvicinarsi al mondo vino. C’è bisogno del loro punto di vista, attento e appassionato, che porti verso un mondo del vino più al femminile!

Per info: CÀ ROVERE | ALONTE (VI) | WWW.CAROVERE.IT

DUEMANI | RIPARBELLA | TOSCANA

Duemani gamma vino

In questa giornata a Bottiglie Aperte torno a casa, in Toscana a Riparbella, nella zona costiera posta in provincia di Pisa ma ben dopo Livorno. E’ un terreno solcato da grandi nomi e belle cantine che ho già avuto modo di visitare ( potete leggere qua ). Le colline di Riparbella nascondono terreni che hanno dato perle e che possono competere alla pari con la vicina Bolgheri. Non hanno la portata mediatica ma la medesima sostanza nel portare avanti la cultura della qualità. Stessi uvaggi internazionali ma, nel caso di Duemani, produzione più spostata verso vini monovarietali. Giusta scelta per trarre l’anima precisa e tagliente del singolo uvaggio.

ALTROVINO 2014 | 50% MERLOT E 50% CABERNET FRANC

Altrovino Duemani

Naso strutturato e con interessante complessità olfattiva. I frutti sono i protagonisti principali, hanno un leggero tocco di macerato che nasconde mora, nespola e un pizzico di ciliegia marasca. Si capisce che è un vino pronto e da godere nell’immediato per la sua franchezza e predisposizione alla facile beva. Ha un bel corpo, tannino che mescola gentilezza e ruvidità ma che non rovina il palato. Anzi lo prepara alla mineralità che fa capolino poco dopo. Finale comunque di interessante persistenza con bocca asciutta e pulita.

DUEMANI 2013 | 100% CABERNET FRANC

Duemani vino

Il Cabernet Franc in purezza non è un vino da tutti. In certi casi può tirar fuori tutta la propria forza, a tratti anche rude ma qua ben addomesticata. Naso veramente complesso che dà la parte di protagonista all’insieme di frutti, soprattutto neri, che salgono in modo uniforme e con buona spinta olfattiva. Il corpo sensoriale dimostra pienezza e intensità con un profilo pieno che spazia su più fronti.

Non c’è solo frutto ma anche un ampio corredo di evoluzione. Mette in campo anche un pizzico di tabacco, un accenno di tamarindo e una spolverata di cioccolato con quelle fini e delicate spezie che delineano i tratti del disegno. In bocca il tannino attacca verde, come fa parte del carattere del vitigno, per poi spostarsi subito su note più morbide e fruttate. Lascia comunque la bocca pulita, fruttata e di corpo con un fine tocco minerale, che non fa altro che conferire ancora più spessore. E’ persistente e segna un bel punteggio grazie alla già manifesta morbidezza che potrà solo che migliorare.

SUISASSI 2013 | 100% SYRAH

Vino Suisassi Duemani

La particolarità è che il vino provenga da un solo ettaro di vigna coltivata a alberello. Una tecnica ormai poco diffusa a differenza del guyot o del cordone speronato usati per le maggiori rese. Il Syrah è il vitigno del frutto nero, delle spezie a non finire e ha una personalità unica che lo rende, in molti casi, adatto anche per essere usato in tagli di uvaggio.

Qua è vinificato in purezza e porta risultati veramente inaspettati. Mi ha sorpreso questo Suissassi perchè ha il carattere del vincente che si propone con umiltà e discrezione. Frutti maturi neri e rossi a non finire che vanno a braccetto con un gruppetto ben nutrito di spezie.

Si ritrova un ricordo di sottobosco che arriva poco dopo e porta un non so chè di “bagnato” e umido nel vino. Non mi voglio dimenticare dei sentori di evoluzione che si chiamano tabacco, cuoio e liquirizia, ma quello che piace è come sale al naso, con quel fare delicato e raffinato. Non ha un carattere esplosivo ma fa di eleganza e malcelata raffinatezza il suo modo di essere.

La bocca rimane permeata da una giusta carica tannica che asciuga e leviga tutto il palato lasciando rimasugli di una leggera foglia verde. La morbidezza dice che il vino deve ancora evolversi e che è ancora in una fase arretrata nel suo percorso di maturazione. Mi piace appunto perché ha tutte le carte in regola per sorprendere ancora di più tra qualche tempo. Persistente e sapido anche dopo molti secondi al palato.

Per info: DUEMANI | RIPARBELLA (PI) | WWW.DUEMANI.EU

CIÚ CIÚ | OFFIDA | MARCHE

Logo Ciù Ciù

Dal 1970 la tradizione vive nel territorio di Offida, nel Sud delle Marche. Ciù Ciù porta avanti la coltivazione di uvaggi storici della zona ( come Passerina e Pecorino ) alternandoli anche a uve che fanno del loro nome famoso il passaporto per il gotha vinicolo. Al secolo di chiamano Sangiovese, Merlot, Chardonnay o Sauvignon. Da non sottovalutare la coltivazione biologica con grande attenzione per il rispetto del territorio facendo uso anche di pratiche di sovescio. Io mi sono concentrato su due rossi. In uno di questi il Sangiovese vi ha mezzo lo zampino.

SAGGIO 2013 | 100% SANGIOVESE

Vino Ciù Ciù Saggio

E’ bello al naso questo vino perchè è profumato, esprime tutta la sua carica fruttata e si dimostra fin da subito confidenziale. Sono frutti rossi tipici del Sangiovese ma che portano un colore più carico e potente di come si esprima sulle colline toscane. Ha sentori più freschi e i frutti sparano la loro essenza maggiormente verso il naso. Il vino subisce un affinamento misto: 24 mesi in acciaio per il 70% e 12 mesi in barrique per il restante 30%.

Questo affinamento permette al vino di rimanere molto snello, giovane e con una beva equilibrata e facile. Il tannino è delicato e permette alla ciliegia e mora di esprimere tutto il loro carattere fruttato. Non mancano ovviamente delle note evolutive ma puntano a dare quella morbidezza generale che riesce a andare di buon grado con quella freschezza di prima. Bocca nel finale piena di frutto, giustamente sapida e pulita.

ESPERANTO 2009 | 70% MONTEPULCIANO E 30% CABERNET SAUVIGNON

Vino Ciù Ciù Esperanto 2009

Mettere assieme due uvaggi come Montepulciano e Cabernet e farli affinare, come nel caso dell’Esperanto, per 24 mesi in barriques e altri 12 mesi in bottiglia potrebbe essere come mescolare glicerina e tritolo! Ancora più particolare è che i due vitigni vengano affinati separatamente per poi essere uniti per l’affinamento in bottiglia. Anche in Toscana si usa fare cosi per un vino molto famoso ( se non sapete di cosa si parli, vi consiglio di leggere qua ). In effetti il risultato è veramente esplosivo e nel senso buono del termine, ovviamente! Un colore così pieno e concentrato nel tono si trova in Veneto, sopratutto dalle parti della Valpolicella. Trovarlo in un vino marchigiano fa già capire che siamo di fronte a un vino che non ama gli scherzi e che prende la degustazione decisamente sul serio!

Si esprime subito bene e in modo tosto col suo tocco di sottospirito che per prima arriva sulla linea del traguardo. È seguito da un bel gruppetto di inseguitori come liquirizia, tamarindo, foglie di tabacco, accenni di vaniglia, confettura di frutti, viola appassita e una sfumata di nota ematica. I frutti sono neri come mora, ribes e ciliegia marasca, ma ciò che colpisce è la complessità e varietà di sensazioni.

Questo vino è palestrato ma al tempo stesso si muove con eleganza e fare nobile tipico dei vini importanti. E’ di casa anche la morbidezza che può contare su un tannino già bello levigato che sa come asciugare il palato. Ma sa anche lasciar spazio ai frutti e a tutto il bagaglio evolutivo. La persistenza continua per molti secondi e la bocca rimane vellutata e pulita. La sapidità c’è ma non è la parte fondamentale. Possente ma elegante!

Per info: CIÚ CIÚ | OFFIDA (AP) | WWW.CIUCIUVINI.IT

CASCINA BRUNI | SERRALUNGA D’ALBA | PIEMONTE

Logo Cascina Bruni

L’azienda ha una tradizione secolare in quel delle Langhe. Adesso è la sesta generazione che porta avanti la tradizione di famiglia. Partita già prima dell’unità d’Italia per arrivare ai giorni odierni cercando di mantenere ferme tradizioni e ricerca di grande qualità. Di sicuro una delle aziende di punta oggi in mostra a Bottiglie Aperte.

La gran parte della produzione dell’azienda si fonda su vari Cru di Barolo, re incontrastato delle Langhe, ma non mancano anche Barbera, Barbaresco e Langhe.

DOLCETTO D’ALBA GIUNÁ 2015

Vino Dolcetto d'Alba Cascina Bruni

Prima delle note di degustazione bisogna sottolineare alcuni aspetti particolari. La vendemmia è stata tardiva rispetto al normale, pertanto è stato possibile usare il 60% in meno di solfiti. Altra particolarità che riguarda tutta la produzione è la vendemmia eseguita nel minor tempo possibile. Si tolgono solo 5 grappoli per pianta in modo non solo da selezionarne i migliori ma anche per non rovinare la qualità degli acini. Passiamo ora al vino.

Tipico il tono violaceo che porta al naso frutti con evidente forza esplosiva. Essendo non filtrato e con pochi solfiti aggiunti i frutti mantengono tutta la loro carica aromatica, tipica anche del Dolcetto. Salgono veemente ciliegia, fragola e lampone che fanno leva sulla loro forza per impressionare l’olfatto. Forse la complessità è la caratteristica meno sviluppata. Conta maggiormente sull’essere diretto e univoco con le sensazioni fruttate.

Si aggiungono fiori giovani e freschi come viola e rosa oltre a spezie dolci come la cannella. Al palato conferma tutte le caratteristiche e, se possibile, amplifica maggiormente le sue qualità. Può contare su un tannino molto levigato, morbido e gentile che non disturba minimamente l’equilibrio globale. Interessante persistenza che lascia memoria piacevole e gioviale della beva.

BARBERA D’ALBA SUPERIORE OTIN-MATÈ 2012

Vino Barbera D'Alba Cascina Bruni

Altro uvaggio “storico” delle Langhe, la Barbera. Decenni addietro si definiva l’uva da tavola per eccellenza mentre oggi ha trovato una sua degna collocazione. Dà notevoli soddisfazioni pur dovendo sgomitare per ricevere attenzioni e non farsi sopraffare dal “re Nebbiolo”. In questo caso abbiamo una selezione delle migliori uve Barbera che seguono tre anni di affinamento. Sono divisi in 12 mesi passati in vasche di cemento, 12 mesi in barriques e gli ultimi 12 mesi in bottiglia.

Rispetto al Dolcetto è più strutturato al naso con varietà di profumi più ampia e che porta in dote anche qualche tocco di affinamento. Anche qua spuntano molti frutti, ma sono più maturi e portano più struttura e corpo a un vino che già risulta più complesso rispetto al Dolcetto. E’ un festival di frutti sulla strada del maturo come ribes, ciliegia, lampone e anche fiori che si stanno appassendo pur mantenendo un gradevole profumo.

Palato pieno e piacevole che ricorda tutta la carica fruttata, esce una giusta mineralità che non pregiudica l’altrettanto valida sapidità. Morbidezza ancora non perfettamente compiuta e lo potrà essere tra qualche tempo. Ora invece dimostra di essere persistente e di lasciare il palato piacevole oltre che vivo nel ricordo fruttato.

Saluto quindi il Piemonte e mi porto verso l’uscita di Bottiglie Aperte.

Per info: CASCINA BRUNI |SERRALUNGA D’ALBA (CN) | WWW.CASCINABRUNI.IT

CI VEDIAMO NEL 2017

La mia giornata a Bottiglie Aperte 2016 termina qua. Posso dire di essere rimasto soddisfatto nonostante sia riuscito a visitare meno aziende di quanto avessi preventivato. Fa parte del gioco, ormai lo so visto che mi piace perdermi durante gli incontri con i vari produttori. Per cui il bilancio di Bottiglie Aperte è positivo per la presenza di produttori interessanti e la scelta di una location curata e d’effetto. Ci vediamo nel 2017!

di MORRIS LAZZONI

VinoperPassione

Il vino è semplice da capire, basta avere passione

vinoperpassione2015@gmail.com

10 Ottobre 2016. © Riproduzione riservata