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TOSCANA: TERRA DI CASTELLI, VIGNETI E FAMIGLIE

Logo Castello Vicchiomaggio

La Toscana è una regione meravigliosa e di certo il mondo non stava aspettando il mio giudizio per carpire la bellezza della terra di Dante. Non è stata solo la culla della civiltà etrusca, dello stil novo e della cultura rinascimentale. È anche una terra piena di tradizioni famigliari che hanno cambiato, o talvolta creato, la storia del vino come lo conosciamo.

Sono molti i nomi che sono saliti alla ribalta della scena vinicola identificandosi inequivocabilmente con il Chianti e con il suo territorio. Anche questa è la “magia” della Toscana e parte della sua forza.

CHIANTI CLASSICO: UN TERRITORIO DALLE MILLE VIRTÚ

Logo Chianti Classico

Quando si parla di vino in Toscana è inevitabile parlare di Chianti e sopratutto di Chianti Classico. Quel territorio ancora “più cru” che si identifica al mondo con il suo ormai famoso Galletto Nero rampante. In questo lembo di  Toscana sono molte le aziende che hanno dato il loro contributo per farlo conoscere al mondo e Castello Vicchiomaggio ha di certo il suo merito. La cronaca narra di numerosi premi come produttore dell’anno, secondo IWSC Trophy, nel 1997, 2002, 2005 e 2010.

L’azienda si trova a Greve in Chianti per cui in una delle località “top” per il Chianti Classico d’elite. Produce tutte e tre le varianti: Annata, Riserva e Gran Selezione. Riguardo al vino in degustazione è d’obbligo una precisazione. Vicchiomaggio definisce “La Prima” come Gran Selezione, una nuova tipologia di Chianti Classico introdotta nel 2013. Ha parametri di vinificazione ancora più selettivi, mentre la bottiglia da me degustata è ancora definita Riserva, poichè prodotta nell’annata 2005.

Aldilà di considerazioni di marketing, commerciali o  di eventuale facciata sono abituato a non considerare valido o non valido un vino dalla denominazione. Ma SOLO ED ESCLUSIVAMENTE dall’assaggio. Per cui parliamo solo del vino, ” venvia”, come si potrebbe dire a Firenze.

DA UNA CENA FRA AMICI AL VINITALY: UNIONE DI BELLE SENSAZIONI

Durante la mia visita allo stand dell’azienda al Vinitaly feci una promessa a Federica e Delfina, figlie del titolare John Matta. Avrei pubblicato a breve la degustazione del loro “La Prima” bevuto qualche sera precedente, appunto, durante una cena fra amici. Questo è l’esempio di come continuerò sempre a ribadire l’importanza della scoperta e della ricerca nel mondo del vino. Umilmente ammetto di non avere conoscenza dell’azienda, nonostante il suo palmarès. Ma grazie alla grande lungimiranza dell’amico Andrea Balzani, ho potuto scoprirla ed informarmi per meglio conoscerla. Sarà sicuramente una meta da visitare in futuro per poterne apprezzare le varietà di vini prodotti.

VICCHIOMAGGIO LA PRIMA RISERVA 2005

Castello Vicchiomaggio La Prima

Adesso passiamo alla parte che preferisco, alla degustazione. Per prima cosa definiamo come nasce il nostro vino e come viene affinato. E’ un cavallo di razza toscano con il 100% di Sangiovese nel pieno rispetto delle proprie origini mentre l’affinamento prevede un periodo variabile dai 16 ai 20 mesi in barriques da 225 litri. Ne ha fatta di strada il nostro vino. Il colore però è ancora vivo e luminoso, oltre che capace di sfilare portando fiero la maglia rosso rubino del Sangiovese. Quando si porta al naso per intuirne l’essenza, colpisce fin da subito per eleganza e finezza.

Prima di ogni altra cosa possiamo ritrovare i profumi da evoluzione. Sono tabacco, cioccolato amaro e caffè tostato che anticipano l’insieme di frutti rossi sotto spirito che si fanno avanti in seconda battuta. Dopo aver riconosciuto i singoli frutti ( prugna, marasca e mora ) si rimane ammaliati dalla loro capacità di “inseguire l’olfatto”. Si può definire completo nel range delle sensazioni visto che non manca nulla dei capisaldi. Ha il merito di rapire i sensi e restituirli dotati di un grande bagaglio di sensazioni. Ovviamente non si devono dimenticare le varie spezie, di stampo gentile, che si ravvisano. Hanno i nomi di cannella, chiodi di garofano ma anche pepe con un risvolto leggermente piccante.

QUESTO CHIANTI CLASSICO È PERFETTO ANCHE AL PALATO

Entra morbido e avvolgente al palato ma al tempo stesso pieno, carico e deciso di far percepire le proprie qualità. Non nasconde la carica tannica, tipica del Sangiovese di razza. Solo grazie all’invecchiamento riesce ad essere controbilanciata da una morbidezza che rende l’insieme fine e coeso. Asciuga il palato come si conviene ad un vino del suo calibro e lascia ricordi “sabbiosi” come un’onda che si ritrae sulle sponde della riva. Quasi in contemporanea arriva anche la fase della sapidità che appoggia il tannino nella lunga marcia verso il traguardo della persistenza. Non nasconde la tipica “nota ematica” con un ricordo ferroso che sale nel finale di bocca. È anticipata dai frutti macerati che si fanno carico di potarsi sulle spalle una persistenza lunga e piacevole.

L’insieme è armonico e bilanciato fra morbidezze e durezze. Considerando il modo in cui il nostro vino si è presentato verrebbe da pensare che avrebbe dato soddisfazioni per altri anni ancora. Forse è questo il miglior complimento che gli si possa fare. La sua fase di gloria sarebbe durata per molto tempo. Per mia gioia, però, si è interrotta nella serata del 6 Aprile!

Per info: CASTELLO DI VICCHIOMAGGIO | GREVE IN CHIANTI | WWW.VICCHIOMAGGIO.IT

di MORRIS LAZZONI

VinoperPassione

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vinoperpassione2015@gmail.com

1 Maggio 2016. © Riproduzione riservata