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Ti è mai capitata l’occasione di avere 30 vini greci tutti assieme lì in fila e pronti per essere degustati?

Prima del 21 Febbraio non mi era mai capitato: poi sono stato invitato da Bianca e Livio della Divina Enoteca di Firenze  per una degustazione fuori dalla norma e sicuramente “molto curiosa” per avere una conoscenza più approfondita sul panorama dei vini greci!

TI dirò anche di più: non sono mai stato neppure in Grecia, non mi vergogno a dirlo: capisci adesso quanto l’occasione fosse perfetta per ampliare la mia conoscenza? Capisco che viviamo in un momento mediatico in cui sembra che tutti debbano bere solo Super Tuscan da 200€ a bottiglia, ma io faccio ancora parte della “vecchia generazione” degli appassionati di vino, quelli umili e vogliosi di scoprire sempre cose nuove aldilà del costo della bottiglia!

 

Se hai veramente tanta passione per il vino, allora capirai perché ho voluto partecipare a questa degustazione. Sapevo già che potevo trovare vini buoni e meno buoni, ma non è solo bevendo Sassicaia 2015 che si capisce tutto il mondo del vino…Sii curioso, studia, prova e poi parla!

 

Giusto per dovere di cronaca ti dico che la degustazione è stata organizzata non solo da Divina Enoteca ma anche con il contributo di Haris Papandreou, del Consolato di Grecia a Firenze e di Fisar Firenze di cui Livio e Bianca fanno parte. Anche questo piccolo particolare non è da sottovalutare, visto che le mie origini sono “di altra sponda associativa”, ma in questo caso me ne frego delle guerre fratricide tra associazioni Sommelier ed apprezzo chi lavora bene aldilà della bandiera che sventola.

Ultima avvertenza amico mio: quel giorno ho avuto grossi problemi con la batteria dello smartphone ( l’ho già insultato abbastanza e cambiato da pochissimo con uno nuovo ), per cui non ho mie foto da mostrarti. Le uniche che vedrai sono prese dalla pagina Facebook Divina Enoteca di Firenze e dal loro blog. Mi perdoni?

 

Degustazione vini greci alla Divina Enoteca di Firenze

La Grecia è arte, conoscenza e patria del vino mondiale, non solo dei vini greci

Non voglio farti la lezione sui vini greci e sulla storia del Peloponneso, perchè rischierei di annoiarti e non mi sembra il luogo: come si dice online, finirei “off topic”, cioè fuori contesto! In più mi piace essere umile e non far finta di sapere tutto ( come spesso accade online ), per cui ti racconto solo le mie sensazioni sui vini che ho bevuto.

Per quanto riguarda cenni geografici, storia dei vitigni e storia della filosofia greca da Platone ai giorni nostri puoi consultare Google oppure i buoni e cari vecchi libri! Anche se da giovane ho avuto la fortuna/sfortuna di solcare i banchi del Liceo Classico, oggi mi diletto a parlare di vino. Mi basta e mi avanza!

 

Vuoi conoscere davvero i vini greci? Allora il mio consiglio è d’iniziare dall’Assyrtiko

 

ARTEMIS KARAMOLEGOS WINERY Santorini 2017 – 90% Assyrtiko e 10% tra Aidani e Athiri

Arriva con delicati sentori agrumati e con toni floreali leggeri, uniti in note citrine e leggermente minerali in sottofondo. Mi piace al naso, perché così delicato e piacevole da stuzzicare la bevuta. Delicato, abbastanza fine e carino al naso.

Al palato mantiene la sua piacevolezza, aprendo sempre citrino ed agrumato, molto salivante e quasi iodato, marino per il tono sapido che dimostra. Sento anche bei ricordi vegetali con salvia, menta che rinfrescano il ritorno del pompelmo bianco. Salivazione bella e con giusta persistenza.

ARTEMIS KARAMOLEGOS WINERY 34 2017 – 100% Assyrtiko

Solita cantina ma vino diverso e capace di portare più profumi al naso ed anche un maggior calore alcolico. È più polposo nel ricordo fruttato, dove sento una maggiore densità e corpo profumato. Mentre prima è stata la nota iodata a sorprendere, qua ci sono tocchi sulfurei, ma anche vegetali che danno più importanza e complessità al vino. Chiude con una bella traccia amaricante di mandorla e pienezza della nocciola.

Ma è in bocca a segnare la differenza, visto che arriva molto più salino, potente e con una sapidità tipica dei “vini di mare”: addirittura questo è un vino isolano, per cui immagina la bellezza di questa corrispondenza al gusto! C’è tanta acidità e sa come impressionare, pur lasciando nel finale la bocca pulita ed asciutta. È un vino che punta sulla bevibilità e che chiude con ricordi di agrumi e susina bianca a dare spessore.

HATZIDAKIS WINERY SKYTALI 2017 – 100% Assyrtiko

Quanto è denso e polposo al naso! Credevi forse che i vini greci fossero banali e semplici? Continua a leggere e troverai davvero molte differenze. I tratti simili ci sono, ci mancherebbe, ma anche le unicità come il bel ricordo d’anice che sento fine e preciso. Avvolge le narici con delicatezza, coccolando l’immaginazione con il profumo dei fiori di campo, delle erbe aromatiche e della macchia vegetale presente sulle dune sabbiose.

Il contrasto lo vive al palato perché è più morbido, più denso e meno salivante e sferzante in acidità. Non che si possa definire un vino seduto, soprattutto perché il sale è ben percepibile anche qua. La bocca resta più avvolgente, sempre asciutta nel finale e mi piace la sua diversità rispetto agli altri due.

HATZIDAKIS WINERY CUVÈE15 2017 – 100% Assyrtiko

La mandorla si sente più che negli altri vini, come il ricordo di frutta piena di materia, quasi debordante! I profumi sono più potenti, con susina bianca e albicocca che si incastrano nel succo di pompelmo abbastanza maturo. Maggiorana e felce portano alto il ricordo vegetale, mentre la spinta di iodio ti fa sembrare sulle scogliere con il mare in piena.

Mi piace come entra al palato, perché è più fine, sempre delicato ma meno citrino: spinge più sulla salinità, meno sull’acidità dritta degli altri e con quell’amaricante finale che allunga per vari secondi. Lo reputo un bel vino, sicuramente personale e molto piacevole da gustare.

WINE ART PLANO 2017 – 100% Assyrtiko

L’Assyrtiko di Wine Art mi ha lasciato sorpreso, forse il più diverso bevuto finora. Fin dai primi momenti mi piace come mi ricorda i profumi della susina e del mandarino, poi sempre il timbro del mare e del sale che si ben si sentono al naso, ma anche la camomilla, i fiori gialli distesi sul manto erboso di un campo, accenni di zafferano e tutto mescolato con buona intensità. Davvero un bagaglio di profumi molto interessanti!

Continua a dare un’impronta personale anche al palato, essendo così fine e fresco, dove i frutti prendono possesso della bocca unendosi alla sapidità. È delicato, fine, quasi impalpabile ma mai banale: lo definirei più leggiadro nel muoversi al palato. Forse è meno persistente dei precedenti, ma non si può dire che perda in piacevolezza.

 

Vini greci alla Divina Enoteca di Firenze

Foto di Divina Enoteca – Firenze

 

WINE ART IDRISMA DRIOS 2017 – 100% Assyrtiko

Ancora un vino diverso al naso dove camomilla, erbe aromatiche e felce trovano spazi aperto per dimostrare la propria natura, inseriti in ricordi di miele mille fiori, ancora agrumi dolciastri pur se non troppo maturi e quella nota minerale che traccia una linea identifica tipica della zona e del vitigno.

C’è il ritorno della vena vegetale/erbacea al naso in cui ritrovo gli stessi sentori già percepiti al naso, mentre la bella salivazione citrina portata dai frutti prende possesso della bocca in modo meno impattante di altri Assyrtiko, ma confermando il nerbo salino. Persistenza leggermente inferiore rispetto ad altri vini.

 

Quante sfumature diverse ci sono di Assyrtiko? Se te lo stai chiedendo, credo sia normale. Non impressionarti se noti differenze tra un vino e l’altro. È vero che ne ho degustati tanti e tutti assieme: ma se stessimo parlando di Vermentino, Gavi o Catarratto non sarebbe uguale? Ogni vitigno può essere interprete di terroir e stili di produzione diversi!

 

HATZIDAKIS WINERY NIKTERI 2017 – 100% Assyrtiko

Mi sembrano profumi più maturi e complessi quelli del Nikteri 2017: mi piace quanto sono densi e presenti alle narici, ma sempre dentro linee piacevoli e buone in eleganza. È più caldo, sento maggiormente la presenza dell’alcol e quella susina  gialla e arancia sembrano più mature, perlomeno più polpose e piene di profumi. Anche qua la vena sulfurea è netta, insieme a sfumature di nocciola.

Una volta al palato lascia più equilibrio, perché il corpo denso e pieno dei frutti cerca di bilanciare la lunga freschezza acida: ognuno compie le proprie mosse senza togliere spazio all’altro, ma anzi compiendo un buon miracolo di equilibrio. La persistenza è valida, non lunghissima ma abbastanza da far apprezzare la salinità lasciata dal vino.

ARTEMIS KARAMOLEGOS WINERY PYRITIS 2016 – 100% Assyrtiko

È il più particolare provato finora, visto che c’è anche una nota ossidativa unita alla solita iodata e sulfurea: quasi quasi ci sono affinità con il Riesling della Mosella. Non ha la stessa finezza, però qualcosa lo ricorda! Mi piace anche la macchia mediterranea chiara e nitida, gli agrumi pungenti e la nota amaricante che dà una propria identità. Fine, bello e personale al naso.

In bocca è talmente sapido da essere limaccioso e denso: è un festival di zolfo, mineralità, tratti sulfurei e poi arrivano agrumi ancora ben citrini come lime e pompelmo. Insomma un vino decisamente unico tra quelli degustati finora e probabilmente il più diverso e “difficile” da capire. Per me è stato davvero un bel vino!

FLORIAN TERZETTO 2017 – Assyrtiko e Malagousia

Si cambia nuovamente scena per un vino che fa del fruttato la sua forza predominante: pesca gialla, pompelmo giallo e ananas sono i tratti distintivi del Florian Terzetto 2017. Anche qua sento un pizzico di nocciola, poi fieno e la vena sulfurea in sottofondo. Molto pieno e denso al naso, più largo in struttura olfattiva di altri.

In bocca la frutta è regina indiscussa: è bello questo vino, perché gustoso, pieno di polpa e lascia una rotondità invitante. C’è piacevolezza, ma non credere che manchino acidità e freschezza: in fin dei conti è un vino giovane e lo dimostra dando buona salivazione. Forse monocorda e meno complesso di altri, ma che bevibilità!

 

Nella foto sotto puoi vedere i Sommelier Fisar pronti per il servizio: faccio loro i miei complimenti per la precisione e la gentilezza, nonostante la grande presenza di persone…Bravi!

 

Sommelier Fisar Firenze al servizio per la degustazione di vini greci

Foto di Divina Enoteca – Firenze

 

DOMAINE NERANTZI POLIS 2017 – Malagousia 40%, Assyrtiko 30%, Asprouda 30%

Eccola una buona aromaticità al naso, con quella spinta dei frutti che piace, avvolge e dà lunghezza nei profumi. La discreta speziatura s’incastra su ricordi di fiori gialli, camomilla in fiore e ginestra. La finezza dei profumi è giusta, non eclatante ma forse questo vino non la cerca neppure, concentrandosi su profumi invitanti e bella intensità.

In bocca è carico di gusto ma soprattutto spostato su tonalità fruttate, in cui sento l’ananas lasciare una netta impronta. La freschezza arriva immediata e poi si perde nel far passare una discreta sapidità ( non così imponente come in altri vini degustati prima ), mentre mi ha un pò deluso la persistenza che avrei voluto un pò più lunga. In ogni caso è un vino facile, immediato e beverino.

 

Chiudo qua con l’Assyrtiko e faccio altri assaggi tra bianchi e rossi: oltre al cellulare impallato ci si mette l’orario del treno a stringere i tempi! 

 

DOMAINE NERANTZI ASPROUDA SERRON 2016 – 100% Asprouda Serron

Al naso è inficiato dall’affinamento in legno che copre altri profumi e che arriva con potente invadenza. C’è “troppo legno” in questo vino, come ormai e per fortuna non siamo più abituati in Italia. Ho sentito tocchi fumè, tostati senza fine al punto da coprire la sensazione fruttata e floreale. Spicca solo l’albicocca candita e la crosta del pane croccante, oltre a frutta secca come arachidi e noce moscata.

In bocca questo vino è asciutto, legnoso, quasi tannico nella sua movenza ( e sto parlando di un vino bianco ). Non c’è finezza ed eleganza nella sua tipicità: a qualcuno potrà piacere, per me va oltre i concetti di piacevolezza ed equilibrio di beva.

 

Vini greci alla Divina Enoteca

Foto di Divina Enoteca – Firenze

 

BODECAS KRONTIRAS KRONTIRAS TORRENTES 2017 – 100% Torrontes

Ecco un altro vitigno bianco che non conoscevo e per il quale valeva la pena assaggiare il vino. C’è anche qua un ricordo fumè ma non così fuori luogo come nell’Asprouda Serron 2016! Resta spiccato ma senza forzare troppo la mano sugli altri profumi: c’è una traccia fruttata in cui agrumi e susina si fanno percepire. Sento una leggera nota di fiore di sambuco, mandorla tostata e fiori gialli appassiti: torna nel finale il fumè, dimostrando di non essere proprio perfettamente integrato.

Però che bella salivazione che ha al palato, con quel gusto citrino che è aiutato dall’essere sulfureo ed amaricante nel portare personalità a 360 gradi. Mi piace comunque per le sue movenze e per la valida persistenza: non lo berrei sempre, ma è un vino piacevole nonostante non spicchi per finezza ed eleganza.

APOSTOLOS THYMIOPOULOS FRA TERRA E CIELO 2016 – 100% Xinomavro

Come avrai già capito non ho molti punti di riferimento sui vini greci, ma questo rosso mi è proprio piaciuto! Il nome è evocativo e se il vino dimostra anche solo la metà di quello che il nome promette, sono fortunato. Infatti al naso è subito ben carico di profumi, spostati su sentori evolutivi e frutto di passaggio in legno: si sente nitido, ma senza essere mai invadente.

Arriva la nota balsamica e mentolata inserita in ricordi erbacei secchi e di frutti maturi e ben carichi di sapore come mora e ribes nero, e resta un olfatto sempre personale e non perfettamente bilanciato. L’alcol è un pò pungente e si unisce a spezie come anice stellato e noce moscata.

Al palato entra con spiccata acidità e con frutti ancora acerbi, oltre a quella traccia erbacea che mi sorprende con sensazioni di sottobosco e di erba verde appena colta: è lungo il tratto erbaceo, forse fin troppo. Il tannino invece è un pò terroso, ma integrato nel vino e mai fastidioso per astringenza. Buona la persistenza!

APOSTOLOS THYMIOPOULOS NAOUSSA ALTA 2015 – 100% Xinomavro

Ora si ragiona quanto a finezza ed integrazione dell’affinamento in legno: non si toccano vette qualitative enormi, ma almeno si percepisce un olfatto bilanciato! I frutti sembrano ancora croccanti, nonostante l’età e l’evoluzione dell’annata dove ciliegia marasca, mora e ribes nero portano sensazioni di polpa piena e succosa. Arriva anche il ricordo tostato, ci mancherebbe, e quelle note speziate di pepe nero che ben si abbinano all’alloro ed alla foglia di tabacco.

Ha un gusto pieno ma non troppo corposo: l’acidità lascia una buona traccia e non lascia spazio all’aggressività del tannino. Si dimostra un vino abbastanza rotondo al palato, con tanti ricordi fruttati e forse con troppa forza alcolica a rovinare l’equilibrio. Persistenza più che valida per un vino comunque piacevole.

 

Ringrazio Bianca e Livio per la bellissima opportunità e per avermi invitato all’evento organizzato con il patrocinio del Consolato di Grecia.

Avrei voluto fermarmi di più, ma la degustazione finisce anzitempo, ti ricordi che avevo un treno che mi aspettava per tornare a casa?

Anzi il treno non aspetta, per cui ho dovuto anche correre! 

 

di MORRIS LAZZONI

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Il vino è semplice da capire, basta avere passione

11 Marzo 2019. © Riproduzione riservata