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Siamo primi per quantità, ma non sempre per qualità! I Francesi spesso ci bastonano con i loro vini a livello marketing e commerciale ed a volte anche come qualità!

 

Anche nell’anno 2017 il vino italiano ha conquistato la vetta della classifica di produzione. L’Italia resta in cima alla Top Ten dei maggiori produttori mondiali, anche se con una cifra più bassa dell’annata record 2016 ( eccoti i dati ). Le cifre sono simili ad un’altra “annata horribilis” come la 2014, ma ci è bastato per rimanere di fronte ai nostri cugini francesi!

 

→ Fin qui tutto bene, siamo primi. La classifica però parla di QUANTITÀ! E la QUALITÀ?

 

Perchè metto il classico dubbio da italiano che scredita l’Italia?

Intanto precisiamo che il vino italiano non è il più consumato ed esportato nel mondo: questo interessante articolo de Il Sole 24 Ore su ricerca di Unicredit dice che il vino italiano possiede “solo” un QUINTO di tutto l’export mondiale.

Il solo è ovviamente IRONICO: non è poco quanto facciamo, ma non credi che potrebbe essere più alto? Davanti a noi c’è la Spagna, quindi si può fare sempre meglio.

Non lo dico per screditare a priori, ma visto che siamo il paese che PRODUCE DI PIÙ, mi verrebbe anche da dire che dovremmo essere presenti OVUNQUE e sempre primi nella classifica di export mondiale. Invece non è così!

 

guerra vino italiano contro francese

 

– I numeri non sono tutto! Servono ma ci deve essere qualità dietro le cifre

È inutile produrre tanto vino se poi non è di qualità! E anche qua il vino italiano cede il passo a quello francese: sono stati più bravi a farsi belli agli occhi degli appassionati. La Francia esporta meno di noi ma fattura di più. Questo significa che vende a prezzi più alti di noi, ecco la differenza!

Questo è un segno di una migliore qualità a prescindere? Non sempre è vero, ma sei disposto ad ammettere che le parole Champagne, Bordeaux e Borgogna hanno un potere e un fascino che è difficile da battere?

 

→ Ma noi italiani abbiamo il Prosecco! Ah beh, allora siamo proprio a cavallo!

 

Questa potrebbe essere la risposta dei benpensanti. Tutti noi abbiamo bevuto almeno un calice di Prosecco: spero che sia stato un bel Prosecco e non di quelli che costano meno di 3€ al supermercato, con cui potresti rischiare di andare di Gaviscon per la settimana successiva.

Perchè parlo di Prosecco? Perchè è il prodotto che negli ultimi anni ci ha trainato nelle esportazioni, superando nelle vendite anche lo Champagne. L’ha fatto di slancio e con enfasi commerciale, ma con prezzi spesso infimi rispetto a quelli delle bollicine francesi ( vedi i numeri precisi ).

E se non ricordi le differenze tra i due, allora rileggiti un mio articolo in merito. Parlo della differenza tra metodo Charmat e metodo classico: un piccolo ripasso non fa mai male!

 

Nel 2017 il prezzo medio all’export dello Champagne è stato di 25€/litro con i 3,9€/litro del Prosecco. Serve altro?

 

Prosecco re del vino italiano

Credits to vinepair.com

 

– Basta parlare di Prosecco, ora si parla del vino italiano in generale

Quello che ci manca è l’ossessione per la qualità! Ci sono tanti piccoli e medi produttori in Italia che stanno andando verso quella strada, ma il mercato è ancora in mano alle cooperative di produttori di bassa leva ed agli imbottigliatori. Sai chi sono questi SERIAL KILLER DEL VINO?

Sono soggetti che dicono di produrre vino, ma in realtà spesso creano prodotti che con il vino di qualità non sono neppure parenti. Non è difficile smascherarli: i loro prodotti li trovi in promozione nei supermercati di tutta Italia con prezzi che non vanno mai sopra i 3-4€, oppure in contenitori “alternativi” al classico vetro.

Purtroppo ne abbiamo tanti anche in Toscana, oltre che in altre regioni italiane ( Emilia-Romagna e Abruzzo, per fare altri due esempi ). In Toscana alcuni hanno distrutto la fama del Chianti, tutti preoccupati di poter vendere un bel pò di pallet ai supermercati di turno. Bravi ebeti! Tutti a correre dietro al prezzo basso per forza, fregandosene altamente se in quelle bottiglie da 1,99€ in offerta non c’è un briciolo di qualità.

 

AGGIORNAMENTO: nel periodo intorno al Natale 2018 ho visto in un supermercato di una nota catena francese un Chianti Classico Riserva 2015 di un noto imbottigliatore a 3,99€ al pubblico…Pazzesco! In sintesi: come distruggere la credibilità di una denominazione intera!

 

STORIA SEMISERIA: DIBATTITO TRA UNO SCETTICO E UN NAZIONALISTA

 

CONTRO: Secondo me sono i vini a basso prezzo che non fanno DECOLLARE il vino italiano: sono prodotti che abbattono non solo il prezzo medio di vendita, ma anche la considerazione del nostro vino di qualità all’estero. Che considerazione vuoi che diano i buyer internazionali oppure gli appassionati che vogliono comprare vino italiano se trovano a giro vini a prezzo infimo?

→ “Siamo onesti, i supermercati sono pieni di vini di bassissima qualità”

PRO: ora però non esageriamo! Mica è così semplice confondere Brunello di Montalcino, Sassicaia o Barolo con prodotti da supermercato o fatti con i piedi! La loro fama li precede e ormai gli appassionati di tutto il mondo li conoscono e sanno che  hanno un valore diverso da tutti gli altri. Certe etichette nostrane hanno una fama notevole anche in Cina ( per dire di un paese “new entry” nel mondo vinicolo )

MIGLIOR VINO ITALIANO

 

→ “Un momento amico: non ti vorrai mica dimenticare dei Supertuscan o dei grandi piemontesi, vero?

 

CONTRO: la qualità di certi vini è quasi imbarazzante, cioè fatico a trovarci dei punti di forza. Tempo fa in un mio CORSO DEGUSTAZIONE VINO ho voluto fare una “brutta sorpresa” ai partecipanti. Ho fatto degustare, ovviamente a bottiglia coperta da abbondante carta di alluminio, un alfiere del “vino popolare” italiano. Capisci che non posso dirti il marchio, vero? Ma ti posso dire che c’era ben poco di cui parlare: e sono diplomatico!

Vino italiano economico

 

PRO: abbiamo tanta tradizione alle spalle noi italiani! È vero come spesso ricordano gli esperti ( e a malincuore anch’io ) che abbiamo ancora da imparare dai francesi, ma non siamo nemmeno gli ultimi arrivati! Siamo il paese con più vitigni autoctoni al mondo e la volontà di riscoprirli e valorizzarli ci può dare ragione! Per me è questo il nostro destino, puntare sugli autoctoni. Gli internazionali come Merlot o Cabernet Sauvignon ci danno soddisfazione, ma valorizzare Sangiovese, Nebbiolo o tanti altri uvaggi per noi è fondamentale!

 

Gli italiani sono un popolo di santi, poeti, navigatori…e vignaioli!

 

Ora mi darai del matto, perchè potresti chiederti come mai ho messo un titolo così e poi mi rimangio la parola. Era una provocazione, ovviamente!

Sono convinto che l’Italia possa farcela e alla grande nel mondo del vino!

Abbiamo le carte giuste per arrivare al successo. Non ci manca nulla, almeno questo è il mio pensiero. Gli elementi che ci sono in Italia sono tanti, vuoi che ti rinfresco la memoria?

TERRITORIO: nella mia carriera da uomo delle vendite tempo fa incontrai un direttore commerciale che disse…”L’Italia è stretta e lunga, è varia e diversa da Nord a Sud”. Aveva ragione perchè è difficile trovare così tanta varietà territoriale e climatica. Da Bolzano a Palermo quanti territori si incontrano tra Alpi, Pianura Padana, Appennini, costa, mare, boschi e laghi? La varietà è impressionante e la varietà nel vino è sempre un risorsa enorme!

CLIMA: come nel caso del territorio anche il clima influenza il vino. Le escursioni termiche dell’Alto Adige, per esempio, donano quell’incredibile finezza ed eleganza a Kerner, Pinot Nero, Sauvignon e tanti altri. Oppure ti cito il clima langarolo, che misto al suo terreno, produce perle uniche di bellezza e raffinatezza da Nebbiolo. Infine nella mia toscana penso ai quattro versanti di Montalcino e a tutta la poesia che creano! Dai, se ci pensi non ti commuovi?

 

Se ti chiedi cosa ci sia di così difficile nel fare vino di qualità, allora leggi qua!

 

VITIGNI: Sangiovese, Nebbiolo, Verdicchio, Fiano, Greco di Tufo, Aglianico, Albana e Montepulciano sono solo alcuni tra i migliori vitigni autoctoni italiani che ci possono dare tantissime soddisfazioni. Gli altri non li hanno, noi si, perchè non li valorizziamo al massimo? Visto che i vitigni autoctoni italiani sono tanti, facciamone un uso saggio: portiamoli agli occhi di tutto il mondo!

TRADIZIONI: intendo anche quelle delle cucina tradizionale italiana che si legano in modo viscerale al vino. È innegabile che vino e cucina siano collegati e uniti da un profondo legame di unione. Come possiamo affermare che il vino è tradizione e storia del nostro paese: magari in passato non lo facevamo in maniera corretta, ma ora siamo tra i migliori al mondo.

 

Cosa dovrebbe fare l’Italia per il vino italiano?

 

1 – Puntare sui vitigni autoctoni

In Italia ci sono più di 500 vitigni autoctoni, non dimenticarlo mai. Ovvio che qualcuno di questi è poco conosciuto e diffuso, ma la bellezza del vino italiano è proprio questa varietà e diversità nelle scelta dei vitigni da utilizzare.

Ti faccio un esempio e parlo della Toscana, la mia regione: non c’è solo Sangiovese o Trebbiano. Esistono anche Durella, Luadga, Pollera, Vermentino Nero, Pugnitello, Aleatico, Mammolo, Foglia Tonda e Barsaglina. E questi sono solo alcuni delle decine di vitigni autoctoni toscani!

 

“Certo che sono difficili da coltivare certi vitigni autoctoni, ma è quella la sfida per fare un grande vino!”

 

2 – Rispettare l’uva, il territorio e il clima

Se il territorio e il clima ti portano certi risultati, perchè alcuni produttori li vogliono snaturare? Per me diventa fondamentale TRASFORMARE l’uva in vino e NON SNATURARLA in qualcosa di diverso dal punto di partenza. Ma questo spetta prima ai produttori che ai clienti, CAMBIANDO ROTTA, ed evitando di produrre vino per un mercato specifico o per una fascia di clientela.

 

Basta fare vino perché piaccia ai cinesi oppure agli americani! Se l’Italia vuol vincere la partita, deve farlo portando alta la bandiera della sua diversità!

 

3 – Inutile puntare sulla quantità, si perde prima di partire

Ragionaci, ma dove può andare l’Italia se continua a puntare sul record di quantità? Ormai si fa vino in molti paesi, anche in quelli in cui non credevi si potesse coltivare la vite. Sai che la Cina è già una potenza nel mondo del vino? Credi che manchi lo spazio per impiantare nuovi vigneti e alzare di 10 o 20 volte la loro attuale capacità produttiva?

In italia DOBBIAMO PUNTARE SULLA QUALITÀ, è la nostra unica arma! I Cinesi, gli Americani, i Giapponesi e tanti altri paesi non possiedono la nostra bravura. Ma è così difficile capirlo?

Andresti a comprare un prodotto di lusso o di produzione artigianale in un negozio di cianfrusaglie cinesi?

Io no, perchè quel negozio mi infonde l’idea di prodotti cheap, di bassa qualità e magari non proprio conformi alle regole. Lo stesso vale per il vino italiano! Se guidiamo la classifica di produzione ma gran parte del nostro vino è venduto ” a due spiccioli” oppure è vino “all’acqua di rose”, mi spieghi che stiamo trasmettendo al mondo?

 

4 – Siamo arrivati fin qua anche grazie alle tradizioni

Se a Los Angeles oppure a Pechino vogliono bere un Brunello di Montalcino, un Barolo o Amarone della Valpolicella secondo i loro capricci mattutini, una risposta da dargli c’è! Non la scrivo, ma fa parte delle risposte sanguigne e d’impulso!

Noi italiani dobbiamo produrre il vino secondo la nostra tradizione e “chissenefrega” dei loro gusti. Se CALPESTIAMO e siamo disposti a PASSARE SOPRA alle nostre tradizioni è normale che poi si perdano le guerre commerciali. All’estero devono IMPARARE A BERE il vino italiano così come lo produciamo! Se lo vogliono in altro modo, ci sono tonnellate di ettolitri di vini cileni, argentini o australiani pronti a soddisfare i loro gusti dell’orrido.

 

Se un cinese pretende che un vino italiano sia secondo i suoi gusti, digli di bersi una brodaglia tipica dei mercati rionali di Pechino!

 

 

bandiera del vino italiano

Forza Italia, io sono dalla tua parte e da quella del vino italiano

Se leggendo ti sei fatto idee strane, ti ricordo che stai guardano un blog di vino: quindi non pensare subito alla politica! In tanti articoli ho affermato di essere un nazionalista convinto nel vino e lo ripeto ora, senza fraintendimenti e possibilità d’incomprensione.

Mi piace il vino italiano, mi piace il nostro stile e la capacità di interpretare differenti territori e climi portando in bottiglia espressioni diverse, anche della stessa uva. Mentre non mi piace la nostra testardaggine nello snaturare i nostri principi. Ma ti sembra possibile che i vini più conosciuti nel mondo debbano essere il Prosecco e alcuni prodotti di bassissima qualità, fatti con chissà quali uve e che si vantano delle loro vendite in tutto il mondo?

 

Cominciamo a fare i seri, ne abbiamo il dovere. Creiamo vini di qualità piuttosto che numeri di grande importanza!

 

Io mi sono SCHIERATO A FAVORE DEL VINO ITALIANO DI QUALITÀ e ti ho detto come la penso. Tu che idee hai? La pensi come me o credi che sia una sfida già persa in partenza? Oppure hai delle idee che potremmo girare alle aziende vinicole o ai maggiori consorzi di produzione?

Dai LASCIAMI UN TUO MESSAGGIO o una TUA MAIL e RACCONTAMI cosa ne pensi! E poi CONDIVIDI questo articolo sui SOCIAL in modo che lo possano leggere anche i tuoi amici!

 

di MORRIS LAZZONI

VinoperPassione

Il vino è semplice da capire, basta avere passione

16 Giugno 2018. © Riproduzione riservata