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Ingresso Caiarossa

Da Caiarossa sono tre attori: gli under 40, il Feng Shui e la biodinamica

Vigneti Caiarossa

La prima conoscenza con Caiarossa l’ho fatta all’Anteprima dei Vini della Costa Toscana a Lucca. Giá li ero rimasto colpito dalla loro produzione. Per cui la visita in cantina era una logica conseguenza, nonchè un sicuro piacere! Caiarossa è un’azienda giovane, nata nel 1998 seguendo fin da subito l’agricoltura biodinamica. Ma anche i principi del Feng Shui, utilizzato per “modellare” la costruzione della struttura della cantina. Le colline di Riparbella fanno da naturale cornice a questo piccolo gioiello. È Fatto di vigneti trattati in modo naturale e senza concimi di sintesi in modo da non tradire le teorie sulla biodinamica di Rudolf Steiner. Caiarossa inoltre è anche un’azienda di giovani. La gran parte del personale è composta da trentenni, a testimonianza della volontà di avere un ambiente vivo e dinamico come la tipologia di agricoltura utilizzata.

 LA FRANCIA ARRIVA IN TOSCANA E TROVA CAIAROSSA

Filari vigneto Caiarossa

Nel 2004 Caiarossa cambia regime, o meglio proprietà, poichè arriva in Toscana Eric Albada Jelgersma che, grazie all’esperienza maturata a Bordeaux, dà nuova linfa e impronta alla cantina vinicola portando la produzione di vino verso i livelli di assoluta qualità raggiunti oggi. Dalla Francia sono arrivati di gran lena anche altre due figure. Un direttore generale ed un enologo a testimonianza che tra noi ed i nostri “cugini francesi” ci possa essere una piacevole e proficua convivenza.

Terra Caiarossa

Il nome Caiarossa deriva dal tipo di terreno di questo lembo di Val di Cecina. Una terra rossastra, chiamata diaspro, a base di argilla, che si unisce ad altri varietali come ghiaia e ciottoli. Non è da sottovalutare questa diversità territoriale perché caratterizza, e non poco, le fasi della vendemmia. È normale consuetudine in Caiarossa valutare singolarmente ogni parcella di vigneto ( per non dire quasi ogni filare ). Serve per cogliere il miglior momento di maturazione, anche in funzione della differenza di terreno sottostante.

Vigneto Caiarossa

I vitigni coltivati sono in totale dieci, tra rossi e bianchi. Tutta questa varietà è fondamentale anche per esprimere al meglio la particolarità del territorio. Si estende per circa 70 ettari, metà dei quali composti da boschi e con i restanti 30 impiantati dal 1998 al 2013. Se penso che alcune di queste piante devono ancora raggiungere la propria maturità, beh, ci sono ottime speranze e ulteriori prospettive di miglioramento. Quindi 7 vitigni rossi e 3 bianchi con alcune “primizie” come Alicante e Petit Manseng o la perfetta convivenza tra i “francesini” diventati internazionali e il padrone di casa col 100% di sangue toscano, il Sangiovese.

BELLA ACCOGLIENZA DA CAIAROSSA

Chiacchere da Caiarossa

Durante la visita e la conversazione con la responsabile della comunicazione Roberta mi sorprendo quando vengo a conoscenza della densità di impianto del Podere Serra all’Olio. Ben 9500 piante per ettaro come nella migliore tradizione francese delle zone di Bordeaux e della Champagne. I francesi hanno da sempre sostenuto che una maggiore concentrazione di piante per ettaro possa aiutare nella “lotta tra piante”. Si rafforzano e sono costrette a puntare le radici più a fondo nel terreno. Così vanno a scovare principi e nutrienti che, a cascata, si andranno a  ritrovare nel vino.

 GIALLO E ROSSO, I DUE COLORI DEL VINO

Cantina Caiarossa

Tornando all’interno della cantina è giusto fare un accenno al Feng Shui che ha dettato i canoni di costruzione della cantina stessa. Il giallo alle pareti ha il compito di ampliare la penetrazione della luce, grazie anche alle grandi vetrate, e ristabilire il contatto tra l’uomo e l’ambiente esterno. Studi di geodinamica sono alla base del processo di vinificazione delle uve. Vengono immesse “per caduta” in modo da mantenere intatte le caratteristiche organolettiche. In questo modo si evita che l’uva possa perdere parte delle proprie qualitá prima dell’inizio della fermentazione.

Feng Shui Cararossa

Al piano inferiore, nella barriccaia, regna il colore rosso che riporta alla mente la tonalità stessa del mosto e della terra che compone il tipico terriccio rossastro. Ancora Feng Shui in barricaia per la particolare aerazione naturale proveniente da condotti che portano aria fresca dall’esterno. La foto di destra condensa quanto detto poco fa. I sassi sul pavimento nascondono filamenti di rame che servono come “scarico a terra” per eliminare tutto ciò che di negativo possa trovarsi nell’energia dell’ambiente. Il Feng Shui è un linguaggio che ristabilisce il contatto e l’equilibrio tra uomo e  ambiente con l’obiettivo di raggiungere la perfetta armonia. Nella barriccaia questa armonia viene fuori e si percepisce, manca solo di verificare se la possiamo ritrovare anche nei vini. Le premesse ci sono tutte, eccome!

DA CAIAROSSA TUTTO È ALL’INSEGNA DEL RISPETTO DELLA NATURA

Barrique Caiarossa

Prima di passare alla degustazione, però, voglio raccontare alcune particolarità riguardanti coltivazione e vinificazione delle uve di Caiarossa. Visto che siamo in un’azienda biodinamica e biologica è giusto anche specificare cosa comporti esserlo ed in cosa differisce da una normale tipologia di coltivazione. Innanzitutto non vengono utilizzati fertilizzanti e concimi chimici ma solo ed esclusivamente di origine naturale. In vigna viene effettuato il sovescio, una tecnica con cui si impiantano particolari tipologie di piante per aiutare la fertilità del terreno. Da queste piante, una volta tranciate, vengono raccolti i tranci ed uniti al letame con cui è creato il compost ributtato sul terreno. Oltre a ciò vengono utilizzati preparati biodinamici ben precisi. Sono semente di origine biologico, oppure feromoni allo scopo di creare “confusione sessuale” tra gli insetti del vigneto in modo che si possa tenere controllata la riproduzione degli stessi.

UNA PICCOLA VERTICALE PER UN GRANDE PIACERE

La parte della degustazione rappresenta sempre una fase cruciale nella visita di una cantina. E’ il momento in cui si entra in diretto contatto con il frutto di tutto il lavoro e gli sforzi che hanno generato il “nettare degli dei”. Ho degustato vari vini ma mi concentrerò nel racconto della mini-verticale di tre annate di Caiarossa, partendo dal 2007 fino al 2010 passando attraverso la 2009. Ti ricordi che avevo già provato i vini di Caiarossa? Ero all’Anteprima della Costa Tosca a Lucca a Maggio!

CAIAROSSA 2007

Caiarossa 2007

Fin dal primo sguardo si fa guardare per il bel rosso granato e per la particolare consistenza che denota importanza e opulenza. Il naso è maturo ma al tempo stesso ancora pronto ad affrontare le sfide del futuro. Segni di evoluzione caratterizzano l’olfatto e si riconoscono tabacco, cuoio, legno tostato, tamarindo e liquirizia. E’ importante anche il sentore balsamico che conferisce spessore e rotondità a tutto l’insieme. Arriva anche il fruttato, ovviamente, e con fare di sottospirito importante che sottolinea la grandezza della ciliegia marasca, della mora e della prugna. Non sono da meno i sentori floreali che si racchiudono in potpourri e le spezie decise, ma al tempo stesso fini, come chiodi di garofano e noce moscata.

Al palato entra morbido, elegante ma non può nascondere il corpo deciso e dalle spalle larghe. Ha una struttura importante che si prende il merito di dare spessore e speranze per l’affinamento futuro. Il palato diventa teatro di un’esplosione di frutti maturi ma anche di fini segni di tostatura e tutto l’insieme riesce ad essere intenso e rotondo. Il tannino qua recita il ruolo di protagonista, di primo attore in tutte le scene della degustazione. Ha una carica morbida, senza nessun tocco verde e con un’eleganza e finezza invidiabili.

Considerando che il blend è ottenuto da ben 7 vitigni, direi che il risultato di omogeneità è stato più che raggiunto. Sorprende il modo con cui si muovono sul filo dell’equilibrio sapidità, calore e morbidezza. Mentre rimane qualche passo indietro la mineralità, presente ma in modo più discreto. Il finale di bocca è molto persistente e permette di percepire distintamente ancora tutti i vari sentori. Bello, ammaliante e potenziale compagno di cene ad alto contenuto di selvaggina.

CAIAROSSA 2009

Caiarossa 2009

E’ fin da subito differente dal 2007, nonostante il colore sia simile e le tonalità meno granate. Differisce sopratutto per come si presenta al naso. L’evoluzione del vino non gli ha ancora permesso di trovare una strada definitiva e deve ancora stabilizzarsi. Si sentono frutti rossi e neri più giovani, ancora sprintosi nella loro carica fruttata. Questa non copre, comunque, il tono leggermente piccante e “frizzante” dato dalle spezie. Il floreale ha sì un che di appassito ma sembra ancora vivo sfumando verso un lieve tono vegetale. Si dimostra ancora possente il contributo dell’affinamento in legno. Il sentore di tostatura è ben presente e ancora ben riconoscibile ma pur nulla fastidioso o guastafeste nell’insieme della degustazione.

Lascia la bocca un poco più acidula e amaricante rispetto al 2007, così come il tannino astringe maggiormente e lascia un ricordo meno vellutato. Deve ancora completare il proprio percorso evolutivo che lo porterà, sicuramente, verso lidi di equilibrio e finezza simili a quelli dell’annata 2007. Il calore è ben presente anche qua. Ma non crea stravolgimenti e piuttosto bilancia la relativa possenza del tannino. Non si può definire un vino perfettamente morbido ma complesso, intenso e carico di sensazioni, quello si! Alla voce persistenza si nota una bocca ancora piena di frutti e con quel tocco di freschezza che sorprende ma che al tempo stesso conferisce persistenza e lunghezza d’assaggio.

CAIAROSSA 2010

Caiarossa 2010

Qua cambiano un pò le regole del gioco ad iniziare dal colore. Nel bicchiere è ancora intenso il rosso rubino e il granato fa capolino solo con un piccolo accenno. Al naso ha contorni più profumati e più spinti verso un fruttato maturo ma ancora non del tutto macerato. Non manca comunque il sottospirito che si lega alle spezie rendendo così l’insieme più piccante. Si differenzia anche per avere ancora un tocco più tendente all’erbaceo piuttosto che al balsamico come le altre due annate.

Non è invadente il tostato legnoso che avrei considerato più grossolano vista la relativa gioventù. Si percepiscono in modo importante liquirizia e tamarindo che salgono verso il naso con bella intensità. Qua il tannino fa ancora la voce grossa e il suo contributo si sente, eccome! Astringenza importante che cerca di sovrastare la sensazione fruttata. È questa la grande differenza rispetto alle altre annate al punto da renderlo riconoscibile senza leggere l’etichetta. Nonostante sia un vino che porta in dote una buona finezza anche se l’equilibrio è spostato verso la parte dura piuttosto che verso la morbidezza. In bocca risalgono le spezie e quel leggero tocco di liquirizia e caffè che danno un pelo di lunghezza in più alla persistenza, assieme a quel “tocco verde” che lascia il tannino a fine degustazione. Ha già un buon potenziale che potrà solo migliorare con qualche altro anno in bottiglia.

ARRIVA IL MOMENTO DEI SALUTI

Saluti da Caiarossa

Era doveroso fare una foto ricordo assieme a tutti coloro che hanno partecipato alla visita. La bellezza dei luoghi in cui nasce Caiarossa è fuori discussione, così come l’accoglienza ricevuta fin dai propri istanti di arrivo in azienda.

Ringrazio nuovamente Roberta che con fare appassionato e professionale è riuscita a coinvolgerci e farci immergere nell’affascinante atmosfera che permea Caiarossa. Grazie!

Info: Caiarossa srl Società Agricola | Riparbella ( PI ) | www.caiarossa.com

di MORRIS LAZZONI

Foto di SABRINA BIAGI 

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19 Giugno 2016. © Riproduzione riservata