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LETRARI, UNA BOLLICINA DI MONTAGNA

“Bollicine di Montagna” è lo slogan del consorzio di tutela del Trento DocCome dare torto visto che il Trentino può vantare vallate e montagne conosciute ai più per escursioni estive e favolose sciate invernali. Il Trentino però non è solo montagna, verde e neve ma anche un meraviglioso anfiteatro per la produzione di bollicine a metodo classico. Fino a prova contraria le bollicine italiane nascono qua. È grazie all’intuizione di Giulio Ferrari che, nel 1902, ha creduto nella possibilità di creare lo “champagne italiano”. Oggi il consorzio conta 44 aderenti, tra cui l’azienda Letrari. Non si può di certo dire che le bollicine di montagna non siano in salute!

IL 1961 COME PONTE TRA LE DUE RIVE

Letrari Brut

Potremo definire l’anno 1961 come lo spartiacque nella cultura vinicola italiana. Nello stesso anno, infatti, in quelle che diventeranno le due sponde simbolo delle bollicine, Franciacorta e Trento, due diversi protagonisti iniziavano a produrre le loro prime creazioni. Sulle rive del Lago d’Iseo Guido Berlucchi e Franco Ziliani si apprestavano a creare la prima cuvèe di Pinot di Franciacorta mentre Leonello Letrari, in Trentino, portava a compimento la produzione di bollicine che diventeranno un caposaldo della gamma vinicola di famiglia. Ricordiamoci quindi di quel benedetto 1961, perchè senza quella tappa fondamentale oggi, in Italia, dovremmo “accontentarci” solo dello Champagne.

LA PORTA D’INGRESSO È IL LETRARI BRUT 2012

Il Brut che ho avuto modo di degustare può essere considerato il custode della porta di accesso al mondo delle bollicine di Letrari. E’ sicuramente il modo più semplice per comprenderne l’evoluzione e rappresenta un pò il modo easy per entrare in contatto col pubblico appassionato. Comunque ha molto da dire, per cui sediamoci comodi per assistere allo spettacolo.

Letrari Brut Talento

Una bollicina mi deve colpire fin dalla prima mescita nel bicchiere e il Letrari Brut 2012 riesce nell’intento di incuriosire la mia vista. Mi piace quel giallo con riflessi dorati che presenta e le numerose bollicine fini che mette in mostra nel calice. Sembra una sorta di presentazione en primeur della prima teatrale che avverrà da li a poco.

Avvicinando il bicchiere al naso mi piace la particolare mineralità che mi fa subito sentire. È proprio vero allora che quel terroir delle Dolomiti si sente poi nel vino! Certo che la mineralità non può essere l’unica attrice sul palcoscenico delle sensazioni. È affiancata, neppure in secondo piano, da una compagine di note agrumate e citrine che, da li a poco, virano verso il candito. Accompagnano quel ricordo di pane tostato e lieviti che danno spessore e garanzia nel caso di un metodo classico ben fatto.

Nello schieramento degli agrumi fanno parte pompelmo e lime con l’intrusione di qualche frutto tropicale come ananas maturo e un tocco di mango. Il nostro Brut è vinificato con uve Chardonnay e Pinot Nero che lasciano, ognuna, il loro timbro indelebile nella beva. Dopo i frutti è il turno del tocco burroso che non riesce a primeggiare visto che sente il ritorno di quella nota minerale che vuole prendersi, quasi in modo sfrontato, il ruolo di protagonista dell’olfatto.

LETRARI BRUT 2012, SECONDO ATTO DELL’ASSAGGIO

Arriva la seconda scena, quella dell’assaggio, ed arrivano altri protagonisti. Il tema di base non cambia, segno che c’è grande coerenza tra le due scene e che continua la piacevolezza sentita già al naso. Al palato il Letrari Brut 2012 entra con una bella carica, profondo e con un’interessante “beva verticale” che non fa perdere nessuna sfumatura delle bollicine che entrano in bocca. Infatti le bollicine si presentano vestite a festa. È grazie all’abito creato su misura da quella mousse cremosa che le fa muovere spumose e perfettamente aderenti al palato.

Letrari Brut 2012 etichetta

Ma arriva uno shock subito dopo. È l’esplosione citrina che mi fa sentire il valzer di agrumi che volteggiano in ogni angolo della bocca. Si rimpallano la responsabilità di creare una bella freschezza con un finale leggermente amaricante. Anche qua la mineralità chiede una parte e la recita di nuovo alla perfezione. Ha un che di “sassoso e pietroso” che porta anche sapidità a dare manforte e spessore alla scenografia iniziale.

CON IL LETRARI BRUT 2012 SI HA PIACERE FINO ALL’ULTIMO SECONDO

Tutto quello che accade sul palco del palato è veloce ma anche intenso nel modo di lasciare ricordi netti e ben definiti: non potrebbe essere altrimenti visto che ogni attore nella scena ha un ruolo ben definito e lo recita con piena consapevolezza. Rifanno capolino anche il candito e il tostato, con fare fragrante e fine, che ci danno testimonianza dei mesi di preparazione alla “prima serata” (24 mesi sui propri lieviti). L’ulteriore tempo passato in bottiglia, è una sboccatura Dicembre 2015, ha contribuito a rimettere ordine alla baldanza dei vari attori della scena, creando un insieme carico, fine e pieno in ogni sua sfumatura.

In sostanza è un bel bere fatto di piacevolezza, belle sensazioni ma anche di fine complessità che permettono di goderselo in ogni situazione quale un aperitivo in compagnia oppure una cena un pò più formale in cui sono richieste doti di equilibrio e carica sensoriale.

Altra cosa da non sottovalutare è il prezzo di acquisto, sopratutto oggi. L’ho acquistato presso l’Enoteca dei Ferrari di Carrara ( www.lenotecadeiferrari.com ). Date un’occhiata al sito e scoprirete un interessante rapporto qualità/prezzo.

AGGIORNAMENTO: nel frattempo ho provato anche il Dosaggio Zero. Con Letrari è sempre un crescendo di sensazioni!

Info: Società Agricola Letrari | Rovereto ( TN ) | www.letrari.it

di MORRIS LAZZONI

VinoperPassione

Il vino è semplice da capire, basta avere passione

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2 Luglio 2016. © Riproduzione riservata