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MONTAUTO: NON SOLO CHIANTI E BOLGHERI

“Non ci sono solo le classiche zone vinicole in Toscana, ma anche altre meno conosciute ai più come la Maremma. È una terra isolata, grande, sicuramente dispersiva. La Maremma però è anche un cuore verde e pulsante della Toscana. Terme, vino, agricoltura, tufo e allevamenti di bestiame. Ti serve altro? Però già che ci siamo, approfondiamo questo Sauvignon di Montauto!”

Montauto Vini

Nella Maremma di cui parlo ci sono molte aziende vinicole. Oggi ti parlo di una che fa della qualità una fiera bandiera, come quelle poste all’ingresso della cancellata. Questa azienda si chiama Montauto di Riccardo Lepri, un dottore in economia che ha deciso di tornare sui suoi passi. Per fare vino e seguire le orme del nonno di famiglia.

Sicuramente è stata una scelta di vita importante. E solo con un preciso percorso della ricerca della qualità poteva arrivare al successo. Riccardo l’ha cercato, voluto e ottenuto. Sempre nel segno della discrezione e della compostezza, preferendo lasciar parlare i vini per sé stesso.

Montauto vini

Questa immagine della cantina trasmette, più di ogni altra, quanto intendo. Montauto è un’azienda estremamente curata dal punto di vista scenografico. La cantina di vinificazione rende ancora più l’idea della ricerca della perfezione di Montauto. Ma ora parliamo di vino e di quello che mi ha trasmesso. Se vuoi saperne di più, ti rimando all’articolo fatto durante la visita all’azienda.

IL SAUVIGNON DELLA MAREMMA DI MONTAUTO

Montauto produce due diversi Sauvignon. Quello che degusto oggi, il Gessaia, prodotto da vigne nuove e l’Enos, il Sauvignon delle vigne più vecchie dell’azienda. Avendoli degustati entrambi posso dire che il filo conduttore è il medesimo. Sono Sauvignon che navigano nel solco della finezza e dell’eleganza, pur con differenze ovvie e tangibili.

Montauto procede con vinificazioni improntate alla ricerca della freschezza, fragranza e finezza sia al palato che al naso. Il Gessaia cresce nel solco di questa ricerca. Ti va di sapere come l’ho giudicato?

Montauto Gessaia

Da come sale all’olfatto, si capisce la sua ricerca dell’eleganza. Ha una valida intensità ma che non supera mai il limite, infastidendo con estrema potenza. È poco più presente come complessità, visto che spazia e allarga il campo d’azione dei sentori.

Ci sono varie famiglie di profumi come fruttato, erbaceo, vegetale e speziato. Tutto è bilanciato e nessuna nota prevale sull’altra in modo sgraziato. Ogni singolo componente è ben diviso ma anche amalgamato nell’insieme. Nei frutti percepisco pompelmo, frutto della passione e pesca bianca. Poi non mancano salvia, timo e maggiorana per l’erbaceo/vegetale e pepe bianco per le spezie.

QUESTO SAUVIGNON DELLA MAREMMA CONTINUA CON ELEGANZA

Al palato la spalla erbacea si fa più viva e presente, lasciando prima il palato invaso dalla trama vegetale per poi far entrare la nota agrumata che porta anche una piacevole tendenza dolce. È subito immediato l’agrume che ricorda il pompelmo, ma in seguito arriva anche il frutto della passione con tutta la sua dolcezza.

Il calore non è un problema perché sa come nascondersi e arrivare dopo le altre sensazioni. Prevale infatti la spalla acida che invade fin da subito il palato. Poi capita una cosa che riesce a sorprendere. Gli agrumi si concentrano, si spremono e scivolano sulla lingua. Lasciano spazio a un carico sapido che dura per vari secondi, accompagnando una salivazione limacciosa.

Rientra in gioco la parte erbacea, con salvia e timo che danno piacevolezza oltre che rinfrescare il palato dal calore, appena entrato in gioco. L’intensità del Gessaia di Montauto è maggiore al palato piuttosto che al naso, mente si equivale la complessità presentata nelle due occasioni.

La spalla acida che lo contraddistingue è anche la sua forza, che gli permetterà di durare nel tempo per qualche anno a venire. Tutti i passaggi di gusto si svolgono nel segno della finezza, dell’eleganza e della compostezza globale. Segno che le intenzioni iniziali di vinificazione sono state raggiunte alla perfezione in bottiglia.

SI MUOVE CON GRAZIA IL SAUVIGNON DI MONTAUTO

Non ci sono movimenti sgraziati al palato ed anche la persistenza, pur di rilievo e non mollando un secondo in tutta la degustazione, lascia un ricordo piacevole e duraturo in bocca.

È un vino che si caratterizza per la sua piacevolezza generale, per la beva facile anche da chi non è intenditore o appassionato di Sauvignon. Perché quello di Montauto è più semplice, più lineare e meno spinto su caratteristiche taglienti come un classico Sauvignon.

È un bianco da gustarsi anche con piatti di pesce o carne bianca che presentano persistenza aromatica interessante. Pensiamo alla cucina asiatica, per esempio. Oppure ad una carne bianca come l’agnello o un maiale fatto in crosta. Insomma è un vino che piace, a tanti e non solo agli appassionati.

Info: AZ. AGR. MONTAUTO | Manciano (GR) | SITO AZIENDALE

di MORRIS LAZZONI

VinoperPassione

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5 Luglio 2017. © Riproduzione riservata