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Sono certo che molti avranno sentito parlare delle Cinque Terre, quell’insieme di scogliere, colline e viuzze strappate al mare attraverso una coraggiosa e titanica volontà umana che perdura da secoli. Se ne sono succeduti di donne e uomini su queste affascinanti località marine liguri, che fossero autoctoni, trapiantati o turisti della prima ora, al punto da far arrivare la fama di queste località in ogni angolo del mondo. Sono andato a visitare una nuova cantina, sorta da pochi anni in questo angolo di paradiso: si chiama Stella di Lemmen e la racconto nelle prossime righe.

Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso sono i nomi di quelle che rientrano di diritto all’interno della stretta cerchia di località tra le più belle al Mondo: tanto attraenti quanto sacrificanti, tanto meravigliose quanto scorbutiche. Sono i lati opposti delle Cinque Terre, da cui la natura, il paesaggio e, di riflesso anche il vino, non si possono sottrarre. La giornata passata da Stella di Lemmen è riuscita a farmi percepire un altro lato delle Cinque Terre, quello più intimo, introspettivo e naturale del luogo anziché la visione turistica e consumistica delle viuzze dei borghi affacciati sul Mar Ligure.

Vista del Mar Ligure delle CInque Terre da Stella di Lemmen

Stella di Lemmen: prima la natura e poi l’idea di fare vino

Nei piani di Lucia Bruzzone e del marito Diego ( titolari assieme ai figli Philip e Marta ) non c’era l’idea di fare vino, almeno in origine, quanto la volontà di cercare una proprietà in cui passare periodi di riposo e vacanza. A volte però i piani, anche se ben pensati, possono variare in divenire e così è stato anche per loro. Dalla prima ipotesi di una classica casa con giardino per le vacanze, mano a mano è nata l’idea di fare altro, considerando lo stato di abbandono della collina, teatro di un incendio nel 2011.

Questi pendii non regalano molto, sia come spazi a disposizione per la vita umana, sia per la coltivazione: ogni singolo lembo di terra è rubato alle pendenze ed al degradamento violento verso la superficie marina. Non è stato facile recuperare gli spazi per i vigneti, così come sistemare i muretti a secco ( qualcuno ancora da terminare ) che sorreggono l’alternarsi dei terrazzamenti.

Non so in che condizioni fossero queste colline all’arrivo di Lucia e della sua famiglia ma, vedendo quanto fatto oggi, non stento a credere che le opere effettuate siano originate da una ferrea volontà di riuscire: ogni singolo metro è incastrato dentro un alternarsi, quasi cadenzato e danzante, di pianura, poggio e pendenza. In certi punti si avvicendano in modo graduale, in altri molto meno. Questo è il fascino di Stella di Lemmen: un territorio arroccato su su declivi spesso aspri, che vedono il mare come punto di arrivo e termine di una deriva verticale a dir poco pronunciata.

Rispetto, integrazione fra gli elementi e natura alle fondamenta di Stella di Lemmen

Arrivato in cremagliera alla sommità della collina mi sono sentito in pace. Non perché avessi paura del viaggio, fatto su di un mezzo a motore che gira su un binario che sfida le leggi della gravità, quanto per le sensazioni che questo posto infonde. L’animo delle persone più sensibili viene pervaso dalla semplicità della bellezza in cui si trova: l’ambiente circostante ha una carica scenografica così alta da non richiedere voli pindarici di architettura umana. La casa per esempio è perfettamente inserita in un contesto che, fin dai primi momenti, si è compreso dovesse essere tutelato e rispettato.

Abbiamo girato nelle vigne di Stella di Lemmen, sfidando le alte temperature di fine Maggio, per vedere con i nostri occhi i vigneti in cui si coltivano le principali uve delle Cinque Terre (Bosco, Albarola e Vermentino ), ma anche per godere della vista del mare. Dalla nostra posizione, intorno ai 400 metri, si vedeva perfettamente l’andamento della costa ligure, ma anche uno degli annosi problemi che assillano molti viticoltori di queste zone: il pericolo delle frane. Ci sono passaggi tra le vigne fatti di terra molto asciutta, quasi sabbiosa, che tendono a sgretolarsi sotto il piede. È facile scivolare o cadere: mi sono salvato all’ultimo secondo ed anch’io ho evitato per poco una figuraccia poco gradevole.

I terreni sono molto friabili e tendono a dare origine a fenomeni di smottamento, più o meno elevati, che negli anni hanno messo in crisi il settore della viticoltura. Ecco il motivo di tutti quei muretti a secco atti a sorreggere il disgregarsi delle terrazze sovrastanti: fare vino in queste zone non è facilissimo, complici le pendenze impervie, per questo dò merito a tanti eroi ed eroine che hanno deciso di vinificare qua. Complimenti davvero!

Biologico e biodinamico come scelte fondamentali da Stella di Lemmen per la tutela dell’ambiente

Parlando di rispetto dell’ambiente ecco le scelte nette di coltivare con metodi biologici e biodinamici, per favorire la biodiversità e scongiurare un’ipotetica mono coltura. Non solo vigneti quindi, ma anche oliveti, aranceti, erbe aromatiche, numerose tipologie di fiori oltre ad api e galline. La scelta di un ecosistema naturale era l’unica percorribile per inserire il progetto umano in quello, ben più grande ed importante, di Madre Natura. Credo sia anche questa bellezza ( aiutata da un’attenta e meticolosa progettazione degli spazi ) che aiuta chiunque arrivi a Stella di Lemmen a sentirsi in pace. Il futuro riserverà altre novità per la famiglia, compresa la possibilità di ospitare persone per degustazioni e pernottamenti: sono certo che se ne andranno da Stella di Lemmen con uno stato d’animo migliore di quello con cui arriveranno.

Limen 2020: il primo vino di Stella di Lemmen

Come in ogni press tour che si rispetti, arriva il momento di dedicarsi alla degustazione del vino. È importante, anzi direi fondamentale, assaggiare il vino dell’azienda che si sta visitando per capire quanto degli ideali, proposti dalle donne/uomini che la gestiscono, finiscano nel vino.

Nel caso di Stella di Lemmen il momento dell’assaggio è stato ancor più cruciale essendo la prima annata immessa sul mercato. La 2020 di Limen, l’unico vino per ora prodotto a base di Bosco, Vermentino ed Albarola, riflette in modo pedissequo quanto promesso dagli aspetti teorici. Non è un vino che grida, bensì arriva composto e quieto sia al naso che al palato. Mi piace quel lato di erbe aromatiche che percepisco immediatamente, seguite da agrumi dolci, fiori gialli e note iodate e salmastre. Sento profumi fini, nitidi e bilanciati che non si prevaricano l’un l’altro bensì si amalgamano in una fare esile e silenzioso.

Al palato si dimostra citrino nell’attacco, subito seguito da una salinità evidente e da una profonda e distesa acidità che pervade la bocca. Pompelmo, bergamotto e pesca nettarina sono i sapori che percepisco per primi, seguiti dal ricordo di timo, rosmarino ed elicriso. Mi piace il mix di acidità e salinità che procura, un pò meno la mancanza di lunghezza di gusto: si ferma un pò prima di quanto credessi ma, finché lo sento al palato, mi lascia piacevolezza e garbo.

La visione di un buon vino va oltre l’attimo in sè

Ho passato una bella giornata nei luoghi in cui sorge oggi Stella di Lemmen. Ovviamente qualcuno dirà che è semplice star bene in contesti così scenografici come quello delle Cinque Terre, aldilà che le si frequenti per vino o semplice turismo. In realtà la bontà della giornata è da ricercarsi anche nell’atmosfera nata dall’incontro tra donne/uomini ed ambiente naturale. Ho notato rispetto reciproco e non solo nella teoria, ma anche nei fatti. La tenuta consta di circa 4 ettari, di cui solo 2,5 vitati, con i restanti dedicati a bosco, muretti a secco ( molti dei quali ho visto restaurare da artigiani locali mentre salivo in cremagliera ), ma anche ad orti coltivati, alberi di olivo, agrumi, erbe spontanee e tanto altro.

In mezzo alla tenuta però passa anche parte di un sentiero, il numero 593, che collega il Santuario di Montenero a Riomaggiore. Oggi chiunque può transitare e fermarsi a Stella di Lemmen, in un’ottica di coesione ambientale che miri al massimo rispetto degli spazi umani e naturali.

Il vino oggi è solo una parte di questo progetto, sicuramente di più ampia portata e valenza, che sono certo potrà divenire un punto di riferimento per gli appassionati ed i turisti interessati non solo alla parte enogastronomica, ma anche a quella culturale ed ambientale nei luoghi di Lemmen.

di MORRIS LAZZONI

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1 Luglio 2022. © Riproduzione riservata