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Torno a far visita a Ido Mariani, patron dell’omonima Tenuta Mariani, appena dopo Ferragosto ed in uno dei periodi di maggiore calca di turisti in Versilia dagli anni 80. Molti italiani, benestanti e non, hanno deciso di venire qua per le proprie vacanze, facendo la fortuna di stabilimenti balneari, ristoranti, alberghi e di chiunque in zona lavori a contatto con il turismo.

Tenuta Mariani è una delle pochissime aziende vinicole in questo lembo costiero toscano, zona dedita alla ricezione turistica più che alla produzione di vino. Ido Mariani ha impiantato i propri vigneti tra il 2008 ed il 2009 con la pazza idea di creare bollicine metodo classico, anche per poterlo offrire a ristoranti e locali della costa versiliese, da sempre più attenti a servire frizzantino alla spina o grandi nomi della Champagne.

Non è stato facile far capire che si potevano fare bollicine in Versilia

Non mi piacciono i paragoni nel vino, come quello fatto spesso tra Champagne e Franciacorta, rimanendo in tema di spumanti metodo classico. Credo fermamente nella valenza del territorio, prima ancora che nell’intervento del singolo vignaiolo, per questo non farò paragoni tra i prodotti di Tenuta Mariani ed altri realizzati in altre zone d’Italia.

Ido porta avanti la sua idea con fermezza e molto coraggio, in mezzo a molti esperti del settore che molto spesso lo hanno osteggiato, mal considerato oppure preso per i fondelli. Seguo l’evoluzione dei suoi vini da anni ed ho potuto notare il suo miglioramento costante: sono il primo a dire che anni fa i suoi prodotti non erano come oggi. Quando si percorrono strade ardue è più difficile arrivare alla meta, da cui spesso ci dividono errori, incidenti di percorso e ricerca di nuovi stimoli.

Sono certo che fra qualche anno molti si ricrederanno e saranno pronti a salire sul carro del vincitore, perché la qualità dei prodotti sta di anno in anno migliorando. Per fortuna Ido ha molti amici nella Champagne ( come l’enologo Julian Gout ) che si sono prodigati a suggerire tecniche e segreti per produrre al meglio il suo metodo classico. Ovviamente ci vuole tempo per fare spumanti di livello, ma la strada presa ultimamente da Ido è quella giusta!

Vendemmia del Vermentino da Tenuta Mariani

 

Sono tornato a visitare Tenuta Mariani dopo un paio di anni e sono arrivato in un giorno di piena vendemmia

Arrivo a Massarosa un Venerdì mattina e vedo la cantina sotto sopra per via dell’inizio della vendemmia. Arriva un trattore che porta le uve di Pinto Nero appena raccolte, la pressa pneumatica è in azione e c’è un’atmosfera vibrante nell’aria. La vendemmia è un momento di festa, ma anche di tensione: ci si gioca il risultato di un anno intero, per cui è comprensibile che l’aria vibri di adrenalina.

L’accoglienza di Ido è sempre molto cordiale ed anche stavolta non si è tirato indietro. Dopo un giro in cantina per parlarmi di vinificazione, mostrarmi la pressa all’opera e raccontarmi evoluzioni e progetti futuri, ci siamo messi in cantina per un pranzo veloce con assaggio dei vini.

Pane, salumi e formaggio insieme alle sue bollicine: l’abbinamento ci stava molto bene, non solo perché i prodotti erano molto buoni, ma anche perché si abbinavano alla grande con i vini. Abbiamo iniziato con Sabbia e Mare, il metodo Charmat da Sangiovese, Chardonnay e Vermentino, per continuare con il Segreto 2017, un metodo classico da Pinot Nero e Chardonnay, per finire con il Fut de Chêne Rosè 2016 da sole uve Sangiovese.

Pressa in funzione da Tenuta Mariani

 

Non manca una bella camminata in vigna

I vigneti di Ido Mariani sono in parte davanti alla cantina, con i restanti divisi tra le sponde del lago Massaciuccoli, Bozzano e Quiesa ed infine altri a San Macario vicino Lucca. In totale sono meno di 5 ettari e tutti gestiti in biologico, offrendo diversità di esposizione, clima e suoli.

Passando tra i filari vicini alla cantina si nota la differenza di maturazione delle uve, visto che Pinot Nero e Cabernet si trovano in due momenti di maturazione diversi. Dall’altra parte si sta cogliendo lo Chardonnay, per la base spumante, ed un pò di Vermentino. Ci sono filari anche di Traminer, nonostante Ido ammetta che non rientri all’interno delle sue migliori preferenze. Non sempre quando si pianta un vigneto ci si vede giusto: conosco molti produttori che a distanza di anni si accorgono che altre scelte sarebbero state migliori: uno dei casi potrebbe essere proprio il Traminer di Tenuta Mariani.

Pinot Nero Tenuta Mariani

 

Mi ricordavo le bollicine di Tenuta Mariani ed oggi le ho trovate più in forma di un tempo

Specifico subito che fare bollicine, sopratutto metodo classico, sia una della cose più complicate e difficili nel mondo del vino. Anche molti enologi conosciuti per i grandi vini fermi, spesso si scontrano con questo mondo diverso, complicato ma al contempo di gran fascino.

Immagino quanto sia stato difficile per Ido partire più di dieci anni fa con l’idea di fare metodo classico. Certo aveva già conoscenze e amici nella Champagne, ma da lì fino a Massarosa non si contano solo migliaia di chilometri ma anche una diversità immensa di clima, terroir e storicità.

“Chi la dura, la vince” recita un vecchio detto e posso dire che Ido Mariani la sta vincendo: l’idea era folle e su quello non ci sono dubbi. Oggi però la qualità media delle bollicine di Tenuta Mariani ha fatto davvero un miglioramento rispetto al passato: quindi non è difficile pensare ad un futuro ancor più roseo se Ido riuscirà a far cresce la qualità, come ha fatto negli ultimi anni.

Ci credo che Tenuta Mariani venda più fuori zona che a casa propria. In alcuni ristoranti della Versilia potrei indovinare il 70/80% della carta dei vini senza neppure entrare. Certi credono di sapere, altri non sanno nulla, mentre altri hanno troppa spocchia per ammettere di non distinguere un’acqua frizzante da un metodo classico.

 

Degustazione: molte più luci che in passato

Il Sabbia e Mare Brut ha fatto un salto da cestita dell’Nba! La base è sempre Sangiovese al 50% con restante di Vermentino e Chardonnay ma è nettamente migliorato rispetto allo Charmat che ho bevuto anni fa. Si esprime con ottime sfumature di pera, susina bianca e pizzico di ananas al naso, delicati fiori bianchi e poi una vena speziata che dà briosità. All’assaggio è rotondo, con una discreta sapidità che sorregge un’acidità meno evidente di altri, ma con una bollicina molto più fine e spumosa del passato. Interessante per aperitivi e brindisi senza pensieri.

Il Segreto 2017 Dosaggio Zero è un metodo classico da prevalenza Pinot Nero con parte residua di Chardonnay con circa 24 mesi sui lieviti. Profumi di frutti maturi come ananas, cedro e mela gialla, nota lievemente burrosa, con evoluzioni dei lieviti che non vanno a sopraffare la bella nota del frutto e le spezie dolci. In bocca avvolge e riempie con densità di gusto, lasciando spazio a ricordi salini, ha slancio agrumato che dà lunghezza alla salivazione e poi un perlage deciso, ma al tempo stesso morbido e di buona struttura. Ha persistenza e piacevolezza di beva. Oggi è il prodotto di Tenuta Mariani che preferisco, perché il più centrato nel gusto e nell’armonia dei sapori.

Segreto Brut Tenuta Mariani

 

Chiudo con il Fut de Chêne Rosè 2016 da sole uve Sangiovese, che è quasi riuscito a ricucire lo strappo che si è creato anni or sono tra me ed i metodo classico da Sangiovese. In Toscana ne ho assaggiati tanti e spesso mi sono chiesto se ne sia valsa la pena “buttare” quelle uve per uno spumante quando potevano essere usate per un vino fermo. Il Fut de Chêne 2016 invece rende giustizia alle sue uve di partenza, pur se io preferisca ancora il precendente.

È teso sia nei profumi che nel gusto: al naso sento ribes, ciliegia e fragolina, leggero ricordo di viola, un pizzico di pepe nero e poi note tostate di cannella e pan briosce. In bocca è una lama di acidità, tagliente ed un pizzico scontroso: è meno equilibrato del Segreto 2017, nonostante porti in dote un perlage degno dei 36 mesi sui lieviti, una persistenza interessante e alte dosi di salinità.

Fut de Chene Tenuta Mariani

 

Auguro a Ido Mariani il successo che merita

Ogni volta che ho avuto a che fare con Ido, ho notato la sua grande passione per quello che fa e l’estrema disponibilità nell’accogliere chiunque voglia discutere e confrontarsi con lui di spumanti e metodo classico. Apprezzo chi ha il coraggio di buttarsi nelle nuove imprese, come ha fatto lui anni or sono, pur sapendo che il cammino per arrivare all meta sarebbe stato molto più lungo e tortuoso.

Probabilmente se avesse fatto dei normalissimi vinellini sfusi, da vendere in damigiana o bottiglia sarebbe stato visto meglio in zona. Io invece credo che le soddisfazioni continueranno ad arrivare, non c’è dubbio: ormai la strada intrapresa dai vini di Tenuta Mariani è quella giusta. Il resto lo faranno la costanza, la passione ed il gran cuore di Ido Marini. Ne sono certo!

Tenuta Mariani | via Crocicchio 519, Bozzano (LU) | Sito aziendale

di MORRIS LAZZONI

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29 Agosto 2020. © Riproduzione riservata