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MONTE ROSSA, UNA CERTEZZA CONFERMATA

In occasione del Festival Franciacorta la visita a Monte Rossa l’ho vissuta come un punto fermo. Era inevitabile perchè l’azienda ha saputo negli anni portare avanti la propria missione con dedizione, costanza per diventare una delle aziende più conosciute di tutta la Franciacorta.

La storia di Monte Rossa è antica e prende il nome dalla collina sovrastante, con l’antica villa del XV secolo posseduta dapprima dalla Famiglia Bornati e passata successivamente alla famiglia Rossa. E’ dal 1972, invece, che la famiglia Rabotti ha acquistato la villa con annesso terreno con l’intenzione/lungimiranza di iniziare una coltivazione viticola. Ovviamente oggi possiamo affermare quanto questa scelta fosse giusta.

 

LE SCELTE DECISIVE

 

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Monte Rossa inizia la propria storia come un’azienda agricola a tutto tondo, ma fu la proprietaria Paola ad avere l’intuizione di concentrarsi solo sul vino, aumentando anche il numero degli ettari. I cambiamenti però si dice che portino a continui miglioramenti. La seconda svolta avvenne con la decisione di abbandonare la produzione di vini fermi per perseguire il prodotto portabandiera della Franciacorta in genere. Il metodo classico che adesso ben conosciamo. Un’altra azienda sta portando alta la bandiera del metodo classico di Franciacorta: è Bellavista nella zona di Erbusco.

Ulteriore ed importante cambiamento arriva nel 2002 con la creazione della nuova cantina, disposta su tre livelli in modo da poter sfruttare il metodo della caduta per gravità per la vinificazione di tutti i prodotti. Cambiamenti graduali ma importanti al tal punto da portare Monte Rossa ad essere uno dei principali attori odierni della Franciacorta.

 

L’INNOVAZIONE IN MONTE ROSSA SPOSA LA TRADIZIONE

 

Monte Rossa Franciacorta

 

Oggi Monte Rossa è un’azienda che produce circa 500mila bottiglie ogni anno, occupando un posto di rilevo all’interno della classifica dei player “di peso” della Franciacorta. Per arrivare a quella cifra serve anche un percorso fatto di tradizione, come l’utilizzo di presse per le uve “alla vecchia maniera” al posto delle solite presse “a polmone”. Si unisce all’innovazione la tendenza a rinnovarsi con sempre nuovi ed interessanti cuvèe, passando per un’espansione territoriale, quasi obbligatoria, per seguire la tendenza di crescita del marchio.

Oggi gli ettari ammontano a 70, ben altre dimensioni rispetto agli originari 15 ettari del 1972. Ricordiamo inoltre, sempre nel solco della tradizione, che il disciplinare di produzione del Franciacorta DOCG voglia che le uve vengano raccolte rigorosamente a mano, scelta che di sicuro aumenta la sensazione “vintage” e romantica della vendemmia.

 

LA GAMMA DELLE CUVÉE

 

Monte Rossa Franciacorta

I Franciacorta di Monte Rossa usano uve Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco in varie dosi a seconda del prodotto e compongono una gamma formata da 8 diverse tipologie di prodotto.

  • Prima Cuvèe Brut: il Franciacorta più prodotto e diffuso dell’azienda
  • Sansevè Satèn Brutraffinato grazie alle sue bollicine delicate e soffici
  • P.R. Brut: il prodotto che porta le iniziale dei due proprietari ( Paolo Rabotti e Paola Rovetta )
  • Flamingo Rosè Brut: l’ultimo della specie, creato nel 2015 col 40% di Pinot Nero che dà colore
  • Salvàdek Extra Brut : dalle migliore uve con 30 mesi di affinamento sui lieviti
  • Coupè non dosato : una delle mie tipologie preferite di bollicine in quanto senza aggiunta di zuccheri
  • Cabochon Brut: è la punta di diamante dell’azienda, dai vigneti migliori e solo in annate selezionate
  • Cabochon Rosè Brut: più unico che raro. Prodotto solo nel 1992, 1995, 2001 e 2005. Esaurito!

 

COME NASCE IL MONTE ROSSA

 

corte giardino Monte Rossa

 

Tralasciando le ovvie differenze che stanno alla base delle diverse cuvèe per gli uvaggi utilizzati ed il tempo di permanenza sui lieviti, ci sono alcuni fattori che accomunano tutte le tipologie di Franciacorta prodotte da Monte Rossa. Un grande merito va dato alla costruzione della nuova cantina, che ha permesso di vinificare le uve con il sistema “a caduta”. In pratica le uve dopo essere diventate mosto fiore passano attraverso le vasche di chiarifica ed, infine, alle botti per la fermentazione, il tutto in atmosfera controllata di circa 18 gradi, sfruttando il metodo a caduta che evita il contatto del mosto con l’ossigeno.

 

Ancora non sai come si fa un metodo classico? Ecco la soluzione: leggi questo mio articolo e capirai tutto!

 

Circa un terzo della produzione viene fatta fermentare in botti di rovere, ovviamente usate e di vecchia tostatura, mentre il restante 70% affina in botti d’acciaio. La tendenza ad utilizzare barriques di rovere usate è solita nella produzione di bollicine, in quanto il legno usato nei molti passaggi di vinificazione non scambia più quei sentori legnosi allo spumante, avendo già espresso tutta la sua carica nei precedenti utilizzi.

 

 DEGUSTAZIONE DEL CABOCHON 2009 DI MONTE ROSSA

 

Giardino Monte Rossa

 

Arriva uno dei momenti più piacevoli della visita, la degustazione dei prodotti. In questo caso sono due. Flamigno Rosè Brut e Cabochon Brut 2009. Senza sminuire il comunque valido ed interessante rosè dell’azienda ( detto da un non amante dei rosè ) mi dilungherò a parlare della bollicina più rappresentativa cuvèe dell’azienda, il Cabochon!

 

MONTE ROSSA CABOCHON BRUT 2009

 

Monte Rossa Cabochon

 

Come si intuisce dall’indicazione dell’anno ci troviamo di fronte ad un prodotto millesimato ( significa che almeno l’85% delle uve utilizzate sono dello stesso anno di raccolta ). È l’ultima sboccatura lanciata sul mercato, visto che il Cabochon necessita di almeno 40 mesi sui lieviti. E’ composto solo dalle migliori cru dell’azienda e più precisamente dai vigneti di Pratone, Barek, Brolo, Palo e Nespoli. I vitigni utilizzati sono al 70% Chardonnay ed al 30% Pinot Nero.

Si presenta giallo dorato con bollicine fini, numerose, decise ma al tempo stesso eleganti al palato. I profumi sono intensi e rappresentano un’esplosione di note agrumate ( arancia rossa e pompelmo ). Si uniscono a tracce di burro, sapore di crosta di pane e un leggerissimo tocco di vaniglia. E’ un buon esempio di equilibrio fra le parti, discretamente fresche e sapide e la decisa mineralità che sprigiona in bocca. E’ complesso nel suo insieme ed il suo carattere è persistente anche dopo molti secondi.

UN SICURO ARRIVEDERCI

Lascio Monte Rossa con la consapevolezza che questa visita è stata solo un assaggio della sua realtà. Manterrò il ricordo di una lieta ospitalità che ben ha giocato nel meraviglioso contesto di storia, bellezza e fascino della cantina. Ancora un ringraziamento ed alla prossima piacevole visita.

 

di MORRIS LAZZONI

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20 Settembre 2015. © Riproduzione riservata