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Anche quest’anno ho avuto la fortuna di essere ospite della kermesse Terre di Pisa Food & Wine Festival, andata in scena nei giorni 14, 15 e 16 Ottobre con stand enogastronomici in Piazza Vittorio Emanuele II, iniziative collaterali nei bar/ristoranti/enoteche della città e Masterclass all’interno della sede pisana della Camera di Commercio Toscana Nord-Ovest. Ringrazio quindi il Consorzio Terre di Pisa, nella fattispecie la Direttrice Claudia Marinelli, che mi ha invitato alla manifestazione ed anche Camera di Commercio per la gentile accoglienza. Far parte della stampa specializzata del vino è sempre un grande onore.

Terre di Pisa: territorio e vini sulla rampa di lancio

Non sono nuovo con i vini delle Terre di Pisa, come è possibile leggere qua o qua. Il nome Terre di Pisa sta iniziando a far sempre più capolino nel panorama vinicolo toscano e credo che sia questione di pochi anni, prima che riesca ad entrare nell’ottica delle logiche commerciali italiane ed estere. Serve ovviamente consapevolezza nei propri mezzi, che ho visto accresciuta rispetto al passato, e presa di coscienza che ci può essere qualità, anche alta, nei territori della provincia pisana.

Sono andato per partecipare a due Masterclass. La degustazione del mattino, intitolata “I vini gastronomici”, è stata magistralmente condotta da Andrea Gori, giornalista enogastronomico ma ancor prima oste, con attenzione rivolta ai possibili abbinamenti tra ricette e vini in degustazione. Il territorio delle Terre di Pisa parte un pò in ritardo riguardo alla presa di coscienza dei propri mezzi, ma ad oggi, con la crescita dellla consapevolezza di poter far bene, sta aumentando anche l’interesse da parte di ristoranti ed enoteche della provincia. In passato era difficile trovare vini pisani nei locali ma oggi, anche grazie a ristoranti “illuminati” come Poldino a San Rossore, il numero di vini presenti nella ristorazione locale è in rapida salita.

È stata interessante anche la degustazione del pomeriggio, intitolata “I vini rossi delle Terre di Pisa nel tempo: la prospettiva dell’invecchiamento”. La conduzione della stessa è stata però molto meno agile e molto più prolissa rispetto a quella del mattino, ed ha visto come relatore un Sommelier di una nota associazione italiana. Ha trasformato un appuntamento istituzionale di un Consorzio, in cui era logico promuovere e parlare di territorio, storia e vini prima di tutto, in una sottospecie di degustazione didattica tipica di un corso da Sommelier con tempi lunghi, spiegazione noiosa e poco coinvolgente. Peccato…

I vini gastronomici delle Terre di Pisa con Andrea Gori

I vini gastronomici delle Terre di Pisa
  1. Cupelli l’Erede Brut 2016 – metodo classico da Trebbiano – 60 mesi: naso delicato con mandarino, pesca bianca, burro fuso e pan briosche. Non troppo espressivo in portata ma fine nei profumi. Al palato ha una freschezza citrina, è agrumato, salivazione ben integrata in un perlage di bollicine compatte ed abbastanza soffici. Potrebbe avere più complessità generale, ma non manca di lasciare una discreta persistenza di gusto. Abbinamento: cecina con burrata.
  2. Fattoria Campigiana – Due giorni 2021 – Vermentino, Malvasia e Trebbiano: giusta spinta aromatica al naso con pesca nettarina, melone bianco, fiori di campo e buccia di limone. Secco al palato con tocchi agrumati e salini. Beva verticale, non allarga al palato ma è piacevole nella sua immediata semplicità. Abbinamento: gamberi in tempura e totani fritti
  3. Pieve dè Pitti – Aprilante 2021 – Vermentino: buona intensità con pesca gialla, buccia di arancia, albicocca, frutti tropicali e fiori gialli. Poi arrivano zafferano, pepe bianco e cannella. Bel naso, ma forse un pò “troppo” per la mia idea di Vermentino. Rotondo in bocca, con media freschezza iniziale che si allunga nel finale. Chiude mediamente persistente con ricordi di mandorla. Abbinamento: ribollita toscana o primi di verdure
  4. I Moricci – Timo-rosa 2021 – Sangiovese ( rosato ): salgono al naso in modo evidente ciliegia, fragolina, violetta, pepe rosa e noce moscata. Poco dopo continuano le erbe aromatiche. Assaggiandolo sento un ingresso ben fruttato, oltre a curcuma e agrumi rossi. Buona freschezza, sapidità nella media ed invitante alla beva. Abbinamento: vellutata di zucca e carote
  5. Fontemorsi – Tresassi 2021 – Sangiovese e Merlot ( rosato ): profumi delicati di ribes, ciliegia e fragola oltre ad arancia sanguinella, cannella e chinotto. Contorni di agrumi dolciastri al palato con sapidità che conferisce maggiore spessore. Cala in acidità nel finale. Abbinamento: zuppetta di pesce o verdure grigliate
  6. Cosimo Maria Masini – Sincero 2021 – Sangiovese 70%, Cab. Franc e Cab. Sauvignon 30%: in un contesto leggermente ridotto al naso emergono frutti rossi, sottobosco, eucalipto ed erbe aromatiche. Polposo al sorso pur con acidità ben percepibile. Appena polveroso il tannino. Abbinamento: Carni alla griglia o filetto di tonno scottato
  7. Fattoria di Sorbaiano – Sorbaiano 2021 – Sangiovese 50%, Merlot 35% e Cab. Sauvignon 15%: olfatto dolce, quasi confettato, con frutti di bosco come mora e poi ricordi vanigliati. Al palato il tannino si prende la scena, disturbando un pò l’equilibrio tra frutti e acidità, la quale risulta penalizzata nella portata di freschezza.
  8. Fattoria San Vito – Cartusia 2020 – Sangiovese: arriva al naso un bel mix, omogeneo ed equilibrato, di frutti rossi, erbe aromatiche, fiori freschi e ricordi erbacei. Ciliegia, ribes rosso, foglie di tè, pompelmo rosa, pepe nero e noce moscata. L’equilibrio è tangibile anche al palato con acidità, tannino e aromaticità che si bilanciano in un insieme salivante, gustoso e di buona persistenza. Abbinamento: lasagna al forno della Domenica
  9. Podere Marcampo – Marcampo 2020 – Sangiovese 50%, Merlot 50%: fine e completo al naso, campo da gioco per frutti rossi, note balsamiche, liquirizia, prugna, alloro e caffè, oltre ad un finale di arancia sanguinella. Al palato è sciolto e dinamico, pur con dimensione tattile data dal frutto, ma senza “sedersi” sulla lingua e slanciandosi in freschezza. Il tannino c’è, dice la sua ma senza fare la voce grossa. Buona lunghezza e finezza generale. Abbinamento: petto d’anatra con riduzione di frutti di bosco
  10. Gianni Moscardini – Sator 2020 – 85% Sangiovese, 15% Teroldego: si presenta con ricordi lievemente terrosi e di sottobosco, poi spezie e frutti neri. Continua con sfumature dark: fumè, cassis, mentolo, liquirizia, prugna e chiodi di garofano. Al palato è più scorrevole di quanto immaginassi con frutti dolci, tannino mai troppo “strong”, buona salivazione e buona densità fruttata.
  11. Caiarossa – Pergolaia 2019 – 90% Sangiovese, Merlot, Cab. Franc e Cab. Sauvignon: poliedrico nei profumi dove percepisco svariate sfumature. Mora di rovo, ciliegia marasca, eucalipto, legno di sandalo, erbe aromatiche, tabacco biondo, cannella, foglie di tè, cedro e finezza globale molto interessante. Al palato scorre via in modo piacevolissimo, visto che ha un tannino giudizioso, acidità più che giusta, una polposità del frutto mai esagerata e quel finale balsamico e mentolato che lo nobilita ancor di più nel finale di bocca.
  12. Podere Pellicciano – Mafefa 20219 – 75% Sangiovese, Canaiolo e Malvasia Nera: ampia sensazione fruttata, già di buona maturazione nella polpa, piccantezza e tracce evolutive. I frutti sono disidratati, come scorza di agrumi, oltre a leggera vaniglia, humus e spezie dolci. In bocca è corposo e ben dimensionato nello spessore gustativo. Il tannino si accoda alla pienezza del sorso e non graffia, mentre si ferma prima del finale l’acidità penalizzando la lunghezza globale.
  13. Pakravan Papi – Gabbriccio 2017 – Sangiovese: frutti di bosco in confettura, ricordi tostati del legno, ferrosi ed ematici, vaniglia, sottobosco, funghi, menta, frutti cotti. Olfatto di portata importante. Al palato sembra meno evoluto che al naso con frutti meno maturi che al naso. Tannino ancora deciso e da evolversi in un quadro di acidità e freschezza percettibili e piacevoli. Abbinamento: formaggi stagionati o carni in umido
  14. I Giusti e Zanza – Perbruno 2019 – Syrah: potenza olfattiva, dimensione ed intensità non mancano. Balsamico, carico di erbe aromatiche, decotto di erbe, frutti di bosco in confettura, prugna essiccata, note di affumicato, tabacco, cioccolato e tè. Al palato ha avvolgenza e cremosità non viste negli altri vini, dato il contributo del Syrah, eppure ha discreta freschezza e salivazione a fare da contrapposizione. Il tannino si aggrappa bene alla cavità, ma non è mai irruente. Lascia ricordi balsamici, mentolati e fruttati. Abbinamento: peposo toscano o brasato di manzo
Degustazione "I vini gastronomici" delle Terre di Pisa

Continua il racconto di Terre di Pisa Food & Wine 2022: Masterclass sui vini da invecchiamento

  1. Fontemorsi – Il Volterrano 2015 – Sangiovese: diciamo che il vino è arrivato stanco, con evidenti segni di aver superato il momento ottimale di consumo. Per questo non metterò note di degustazione
  2. Tenute Lunelli – Solenida 2015 – Sangiovese: arriva piccante, speziato e con frutti sotto spirito, successivamente fiori secchi, liquirizia, tè nero, caffè, cioccolato, tabacco, terra umida, agrumi canditi e spezie orientali. Un bel bagaglio di profumi direi. Al palato c’è quasi equilibrio tra materia, acidità e tannino, se non fosse per quella nota alcolica un pò fuori dal coro. Comunque gradevole.
  3. Cosimo Maria Masini – Cosimo 2015 – 70% Sangiovese, poi Malvasia Nera, Canaiolo e Bonamico: ancora polposo, con note dolci dei frutti rossi e fiori leggermente appassiti. Cipria, vaniglia, cacao, lievemente tostato che rimembra caffè in grani, tabacco fresco e foglie umide. Piacevolezza ed intensità sono pari al naso. In bocca è carnoso, tannico, sento frutti ancora croccanti ed allo stesso tempo sapidità e freschezza. Ricordi di china, tamarindo e marasca in chiusura.
  4. Badia di Morrona – Vigna Alta 2011 – Sangiovese: l’età al naso si sente, visto che frutti disidratati, note evolutive importanti, cuoio, tabacco, frutti surmaturi e note ematiche. Manca un pò di eleganza, visto che l’evoluzione prende troppo il sopravvento sulla piacevolezza. In bocca ha tanti agrumi, con arancia rossa in primis, poi prugna secca, erbe essiccate, leggere note del legno ancora presenti e tannino un pò scomposto. Non mi ha convinto del tutto: forse una bottiglia non perfetta.
  5. Rifugio dei sogni – Intensivo 2010 – Sangiovese: ha ancora da raccontare questo vino. Prugna, marasca e mora mature ma non eccessive in intensità, tabacco dolce, cannella, sentori carnosi, mentolo, rabarbaro e sottobosco umido. A dir la verità leggere note ossidative ci sono, ma il resto è comunque piacevole. In bocca è fresco, sciolto e con tannino misurato. Resta la presenza dei sentori da affinamento in legno a spezzare la routine. Chiude mentolato e finemente erbaceo.
  6. Casanova della Spinetta – Sezzana 2008 – Sangiovese: integrità olfattiva incredibile con sentori uniti tra loro con eleganza e finezza. Frutti rossi sotto spirito, potpourri, tabacco biondo, legno di cedro, cuoio, caffè e cacao in polvere, foglie bagnate, oliva nera e ricordi sanguigni uniti a terra umida. Ha ancora spazio per essere godibile al palato, nonostante la già importante evoluzione: mantiene un’acidità ed una freschezza agrumata interessanti oltre ad un tannino fine, sottile ma ben tangibile.
  7. Fattoria dell’Uccelliera – Castellaccio 2007 – Sangiovese: profumi avvolgenti con ribes, mirtillo e mora in confettura, cioccolato, vaniglia, ricordi di selvatico e cuoio, terra umida, liquirizia, salamoia e tabacco bruciato. Ha un carattere olfattivo scuro ma comunque di buona presenza. In bocca è carnoso, pieno al gusto e con un tannino dolce e morbido. L’acidità non è alle stelle e denota che il vino sta tramontando, ma la complessità attuale lo rende ancora godibile.
  8. Prakavan Papi -Cancellaia 2010 – 60% Cab. Sauvignon e 40% Cab. Franc: essenza vegetale del peperone verde e del bosso che spingono in intensità, prima di frutta sotto spirito, tabacco, liquirizia, pelliccia, cioccolato fondente, eucalipto e vaniglia. Un olfatto ampio però non eccessivo. In assaggio sembra ringiovanirsi con un tannino ancora fitto, vivido e ricordi fruttati più essiccati che materici. L’acidità sorregge bene la bevuta, donando bilanciamento e lunghezza di vino al gusto.
  9. Varramista – Varramista 2015 – Syrah: eleganza e finezza sono di casa e si sente che sanno come muoversi. Frutti neri maturi ma ancora non in confettura, sottile trama erbacea, pepe nero e cardamomo, cannella, vaniglia e cacao amaro tutti uniti in una profondità mai sgarbata. Al palato compie un ulteriore salto qualitativo, dimostrando suadenza nel sorso, giusta dimensione tattile ed al contempo sorso salivante e fresco. Il tannino ha corpo ma non va oltre la giusta quantità per non rovinare la finezza della degustazione.
  10. Podere Marcampo – Giusto alle Balze 2015 – Merlot: olfatto corposo, denso e deciso nei profumi. Frutti neri surmaturi, cioccolato, terriccio umido, sentori tostati dolci del legno, insieme alla piccantezza procurata dal tono alcolico. Solo dopo percepisco cuoio, polvere di caffè, salamoia e tamarindo. Al palato si dimostra rotondo, avvolgente, ben materico con tanto ricordo di polpa fruttata. Non manca una valida sensazione di freschezza, mentre il tannino è dolce e mai troppo fitto.
  11. La Regola – Strido 2008 (Magnum) – Merlot: conoscevo già il vino, avendolo bevuto tempo addietro. Quest’unica Magnum non è arrivata nel migliore dei modi con tracce ossidative ben evidenti. Tralascio pertanto un racconto che parrebbe poco rispettoso del vino che ricordavo.
Seconda Masterclass di Terre di Pisa 2022

Un saluto alle Terre di Pisa ed ai suoi vini

Chiudo la giornata degli assaggi delle Terre di Pisa soddisfatto di quanto stiano facendo per la promozione della zona e per la qualità dei vini. In realtà le vecchie annate, assaggiate nel pomeriggio, erano già ottimi vini tempo addietro, ma senza quel bagaglio di autostima che piano piano sta nascendo tra queste colline.

Adesso è il momento che il Consorzio Terre di Pisa continui su questa strada, aprendosi ancor di più al consumatore finale quanto alla critica, per evidenziare e rafforzare un percorso di valorizzazione che ha già fatto un bel pezzo di strada, ma deve ancora arrivare alla meta preposta. Serve uno sforzo congiunto di tutti gli attori, compresa quella ristorazione pisana che fino ad ora ha creduto poco o nulla nei vini delle Terre di Pisa: la qualità c’è, pertanto è giusto che questi vini si propongano ad avventori e turisti che si siedono nei locali della città e delle località vicine.

di MORRIS LAZZONI

VinoperPassione

Il vino è semplice da capire, basta avere passione

21 Novembre 2022. © Riproduzione riservata